Gerusalemme è la Capitale di Israele: è la Storia a dirlo
Trump decide di trasferire l’ambasciata degli Stati Uniti da Tel Aviv a Gerusalemme, con un annuncio ufficiale, che ha riscontrato numerose critiche e contestazioni da parte dell’Autorità Palestinese e da altri paesi. La faccenda era già stata annunciata al Presidente dell’Autorità palestinese Abu Mazen ed è stata resa ufficiale con un annuncio che ha destato non pochi problemi, ma perchè tante polemiche quando tutti sappiamo che Gerusalemme è la Capitale di Israele?
Con questa decisione, Trump e gli Usa riconoscono, di fatto, Gerusalemme come capitale di Israele: i palestinesi hanno annunciato “3 giorni di collera” ed hanno invitato i palestinesi come tutto il popolo arabo sparso in tutto il mondo a raccogliersi nei pressi delle ambasciate per manifestare il proprio dissenso. La situazione è molto tesa, è a rischio, anche l’incolumità dei diplomatici statunitensi, e quella dei propri familiari in tutti i paesi arabi, dove sono iniziate delle proteste davanti alle sedi diplomatiche USA.
La preoccupazione coinvolge ora eventuali reazioni anche da parte della lega araba, che è contraria ad ogni iniziativa che possa portare ad un possibile cambiamento dello status giuridico e politico di Gerusalemme, e che tale scelta possa influenzare i negoziati sul conflitto tra Israele e Palestina.
Per Trump Gerusalemme è la capitale di Israele: perché criticarlo? Gerusalemme è, di fatto, la capitale di Israele: non è l’uomo Trump poterlo decidere oggi, ma semplicemente la storia. Negare questo ruolo alla città giudaica significa negare la storia, usi e costumi dell’intera regione, che ha una tradizione antichissima di grandi civiltà. Trump di fatto ha dato seguito concreto ad un atto del Congresso USA risalente al 1995, che mai nessun Presidente per ambiguità ha voluto rendere risolutivo.
Nel 1948 il presidente americano Truman fu il primo, tra i leader mondiali, a riconoscere lo Stato di Israele; oggi Trump ha voluto correggere un “errore storico”, riconoscendo alla città di Gerusalemme il ruolo di capitale della nazione di Israele.
Trump ha spesso preso decisioni forti, ma mai sicuramente illogiche: soltanto un anno fa, aveva sostituito l’ambasciatore uscente con l’avvocato David Friedman, ed ha deciso sin da subito di prendere le distanze dai suoi predecessori in merito alla questione Israele. Troppo spesso le proprie decisioni sono state apertamente criticate ed è stato considerato impropriamente come un fanatico guerrafondaio, ruolo che forse sarebbe calzato di più a qualche suo predecessore. Non è mai stato un fanatico del “politically correct” poiché, probabilmente anche a causa dei trascorsi imprenditoriali ed economici, è sempre stato uno che punta ad un obiettivo preciso senza girarci troppo intorno. Le “primavere arabe” hanno creato guerra e tensioni che hanno interessato il Medio Oriente e l’Africa Settentrionale causando, tra l’altro, il problema dei flussi migratori verso l’Europa, con cui oggi ci troviamo a dover convivere. È ora di dire basta, e di prendere decisioni importanti e puntuali, proprio come ha fatto oggi il Presidente degli Stati Uniti d’America.