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Proteste in Iran

Cosa significano le proteste in Iran?

Da alcuni giorni si susseguono in Iran manifestazioni e disordini, che sfociano ormai in violenza: la gente chiede migliori condizioni economiche, lavoro, lotta contro il carovita. Si parla di oltre venti morti e centinaia di arresti, con un fenomeno di vibrante protesta tra i più rilevanti negli ultimi dieci anni di vita nel Paese, secondo soltanto a quello del movimento dell’Onda Verde del 2009, che denunciava i brogli elettorali del presidente Mahmud Ahmadinejad.   Sono tutt’oggi poco chiare le notizie sulla situazione attuale e sugli scontri. Non sembra esserci una leadership ufficiale, i manifestanti sono per lo più poveri e giovani, senza alcun orientamento politico comune. I disordini sono iniziati nella città conservatrice di Mashhad per poi estendersi al resto dell’Iran. Secondo alcuni analisti, però, le proteste potrebbero essere state organizzate in maniera occulta dagli ultraconservatori, guidati politicamente da Ali Khamenei, al fine di opporsi alle politiche del presidente Hassan Rouhani. Tuttavia, il fenomeno si è ingrandito e se ne è perso il controllo. Il principale obiettivo dei disordini è legato alle richieste economiche: si chiede lavoro, abbassamento dei prezzi e migliori condizioni di vita. È una lotta contro un regime sempre più corrotto, che limita la libertà individuale. Si contesta anche la teocrazia islamica, vigente in Iran sin dal 1979. La Repubblica Islamica sta inoltre tentando di bloccare i social network, usati dai manifestanti per propaganda e per organizzare gli eventi: è diventata virale, e d è stato diffuso in tutto il mondo, il video di una ragazza che si leva l’hijab e lo sventola, in mezzo la folla. Difficile fare previsioni, oggi, su come si evolveranno le cose, e se è in corso un possibile cambio di regime politico: a livello internazionale, Trump sembra attualmente in attesa di ulteriori sviluppi e non intende esporsi, specie dopo le dichiarazioni sul fallimento della politica Obama e sull’accordo sul nucleare in Iran. La posizione degli Stati Uniti, recentemente espressa dal portavoce della Casa Bianca Huckabee Sanders è comunque quella di sostenere la possibilità di «garantire a tutti gli iraniani i diritti basilari».