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L’Iran si espande in Medio Oriente hezbollah

L’Iran si espande in Medio Oriente e aggredisce Israele

La notizia del caccia israeliano abbattuto in Siria è solo l’ultimo episodio che potrebbe creare una vera e propria escalation di violenze tra la coalizione Iran, Siria e Hezobollah libanese contro Israele, che convive oggi con minacce che provengono sia dal confine libanese che da quello siriano, non trascurando a Sud il problema di Gaza controllato dal movimento integralista di Hamas. La colpa del disastro aereo viene ufficialmente attribuita all’Iran. L’F16 israeliano abbattuto era di ritorno da un raid condotto in Siria contro 12 diversi obiettivi militari, e l’attacco era partito dopo che nello spazio areo israeliano era stato intercettato un drone iraniano, lanciato dal confine della Siria. Il portavoce militare, generale israeliano Ronen Manelis, ha etichettato l’episodio come un “grave attacco iraniano “, mentre il colonnello Jonathan Conricus ha accusato l’Iran di violare la sovranità Israeliana. “L’Iran ha effettuato questo tentativo di attacco” ha infine ribadito il primo ministro di Israele Benjamin Netanyahu, “ha violato la nostra sovranità facendo infiltrare un suo drone nello spazio aereo israeliano dalla Siria. La nostra politica è chiara: Israele si difenderà contro ogni aggressione ed ogni tentativo di violare la sua sovranità”. Tali dichiarazioni sono state rilasciate dopo il colloquio che lo stesso Netanyahu ha tenuto con Vladmir Putin e con il segretario di Stato degli Usa Rex Tillerson. La situazione appare oggi controversa e di difficile gestione: una possibile mediazione da parte della Russia, in ottimi rapporti con Israele e alleato della Siria, potrebbe garantire un equilibrio nella regione, raffreddando gli animi. Putin ha già dimostrato, in più di un’occasione, di sapersi muovere abilmente tra le pieghe della diplomazia per poter evitare situazioni particolarmente rischiose, che non farebbero altro che aumentare il caos. Situazione ben diversa, quella dell’Europa, che si mantiene poco incline ad aumentare la tensione contro l’Iran aprendosi al dialogo e sperando in nuovi sviluppi commerciali. Tuttavia, l’Iran potrebbe rivelarsi un partner imprudente ed inaffidabile: supporta regimi pericolosi, come quello di Assad, finanzia il terrorismo di Hetzbollah e compie azioni militari nell’intero medio oriente con mire espansionistiche.
Proteste in Iran

Cosa significano le proteste in Iran?

Da alcuni giorni si susseguono in Iran manifestazioni e disordini, che sfociano ormai in violenza: la gente chiede migliori condizioni economiche, lavoro, lotta contro il carovita. Si parla di oltre venti morti e centinaia di arresti, con un fenomeno di vibrante protesta tra i più rilevanti negli ultimi dieci anni di vita nel Paese, secondo soltanto a quello del movimento dell’Onda Verde del 2009, che denunciava i brogli elettorali del presidente Mahmud Ahmadinejad.   Sono tutt’oggi poco chiare le notizie sulla situazione attuale e sugli scontri. Non sembra esserci una leadership ufficiale, i manifestanti sono per lo più poveri e giovani, senza alcun orientamento politico comune. I disordini sono iniziati nella città conservatrice di Mashhad per poi estendersi al resto dell’Iran. Secondo alcuni analisti, però, le proteste potrebbero essere state organizzate in maniera occulta dagli ultraconservatori, guidati politicamente da Ali Khamenei, al fine di opporsi alle politiche del presidente Hassan Rouhani. Tuttavia, il fenomeno si è ingrandito e se ne è perso il controllo. Il principale obiettivo dei disordini è legato alle richieste economiche: si chiede lavoro, abbassamento dei prezzi e migliori condizioni di vita. È una lotta contro un regime sempre più corrotto, che limita la libertà individuale. Si contesta anche la teocrazia islamica, vigente in Iran sin dal 1979. La Repubblica Islamica sta inoltre tentando di bloccare i social network, usati dai manifestanti per propaganda e per organizzare gli eventi: è diventata virale, e d è stato diffuso in tutto il mondo, il video di una ragazza che si leva l’hijab e lo sventola, in mezzo la folla. Difficile fare previsioni, oggi, su come si evolveranno le cose, e se è in corso un possibile cambio di regime politico: a livello internazionale, Trump sembra attualmente in attesa di ulteriori sviluppi e non intende esporsi, specie dopo le dichiarazioni sul fallimento della politica Obama e sull’accordo sul nucleare in Iran. La posizione degli Stati Uniti, recentemente espressa dal portavoce della Casa Bianca Huckabee Sanders è comunque quella di sostenere la possibilità di «garantire a tutti gli iraniani i diritti basilari».