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Come formare Governo salvini Di Maio Mattarella

Quale è la soluzione per formare il nuovo Governo?

La risposta è semplice: a questo punto bisogna andare alle urne, la situazione politica estremamente incerta che l’Italia sta vivendo in questi giorni persiste anche nei più recenti avvenimenti, che denotano la difficolta di formare un nuovo Governo che sappia convincere elettori ed istituzioni.

Dall’alleanza per un “Governo gialloverde” Lega – M5S, i giorni scorsi sono saliti alla ribalta i nomi del Dott. Conte e del dott. Savona, quest’ultimo divenuto pomo della discordia con il Presidente Mattarella, che ha bloccato i lavori sul nascere.

Quale potrebbe essere la soluzione migliore per formare un nuovo Governo?

La soluzione migliore sarebbe stata quella di dare l’incarico al centrodestra che aveva ed ha tuttora la maggior forza parlamentare e che proprio in aula avrebbe potuto maturare i numeri per avere la fiducia. Tuttavia il Presidente ha sempre negato ed impedito questa strada e dopo diversi quanto improbabili tentativi la creazione del nuovo Governo sta oramai diventando un vero e proprio gossip, che coinvolge gli esponenti dei due maggiori partiti, appunto Lega e M5S, che però singolarmente non hanno i numeri per poter governare ed unitariamente sono stati respinti dal Presidente che per qualche ragione inspiegabile ai più non ha voluto provvedere alla nomina del ministro dell’economia indicato dal Premier incaricato Conte.

La proposta più coerente con la volontà degli elettori è a questo punto quella di tornare subito al voto, magari con una nuova legge elettorale che garantisca un premio di maggioranza al partito o alla coalizione più votata.

Salvini e/o Di Maio, chi dei due ha meglio gestito la situazione?

Mentre Salvini sembra potersi muovere abilmente negli ambienti di palazzo, Di Maio appare spaesato e forse troppo inesperto ed impreparato per calcare palcoscenici così importanti e così disseminati di insidie. Non a caso, è proprio Salvini a parlare di una nuova legge elettorale, spiegando con molta determinazione che: “… l’unica cosa certa è che c’è una maggioranza in Parlamento che può proporre e approvare le leggi. Per prima cosa facciamo partire la discussione sulla legge elettorale, perché adesso il lavoro passa al Parlamento e, essendo questa una Repubblica parlamentare, sarà lì che si faranno le leggi. A meno che la Merkel non ce lo voglia impedire”.

Il Presidente della Repubblica ha conferito a Carlo Cottarelli l’incarico di formare il Governo: è la soluzione giusta? Cottarelli sicuramente non può essere annoverato tra gli acritici difensori dell’attuale unione monetaria. Tuttavia, ha una posizione forse più adatta a rassicurare i mercati, e potrebbe ottenere quel “consenso internazionale ed europeo” che ne rafforzerebbero la posizione. Il voto comunque rimane la soluzione più giusta, e se Cottarelli non otterrà la fiducia necessaria dagli schieramenti politici, gli italiani torneranno sicuramente alle urne.

Le vergognose dichiarazioni sul Disastro di Marcinelle: #stopinvasione

Durante la ricorrenza dell’anniversario del Disastro di Marcinelle, un incendio in una miniera in Belgio che costò la vita a 262 minatori, tra i quali ben 136 italiani. L’occasione di una sentita commemorazione si è però trasformata ben presto in sdegno quando la strage del 1956 è stata utilizzata impropriamente, nelle parole della Boldrini e di altre cariche dello Stato, come metro di paragone con l’attuale fenomeno dell’immigrazione. La polemica viene alimentata su Twitter dal Presidente della Camera Laura Boldrini:” L’Anniversario tragedia Marcinelle ci ricorda quando i migranti eravamo noi. Oggi più che mai è nostro dovere non dimenticare” Dure le parole anche del Capo dello Stato Sergio Mattarella: Generazioni di italiani hanno vissuto la gravosa esperienza dell’emigrazione, hanno sofferto per la separazione dalle famiglie d’origine e affrontato condizioni di lavoro non facili, alla ricerca di una piena integrazione nella società di accoglienza – ha detto in un passaggio – È un motivo di riflessione verso coloro che oggi cercano anche in Italia opportunità che noi trovammo in altri Paesi e che sollecita attenzione e strategie coerenti da parte dell’Unione Europea“. Anche il Ministro degli Esteri Angelino Alfano ha voluto, esprimere lo stesso pensiero: La tragedia di Marcinelle ci dà ancora oggi la forza di lavorare per un’Europa più coesa e solidale, come l’avevano immaginata i padri fondatori – scrive Alfano in un passaggio – Un’Europa che trae origine e sostanza dal genuino spirito di fratellanza fra i suoi popoli. Un’Europa che sappia fornire una risposta condivisa, unitaria e partecipe alle grandi emergenze dei nostri giorni. Mi riferisco in particolare al flusso continuo di migranti disperati che oggi, come allora, cadono troppo spesso vittime“.   Parole decisamente forti, e sostanzialmente fuori luogo: improponibile paragonare l’emigrazione italiana con la fuga di migranti dal nord Africa.   Gli Italiani sono un popolo che ha saputo soffrire, che si è rimboccato le maniche emigrando per lavorare nei posti ove c’era tale possibilità. Gli Italiani lavoravano in condizioni proibitive e vivevano in condizioni disperate, senza alcun diritto, semplicemente per portare qualche soldo in tasca alle proprie famiglie.  L’attuale fenomeno degli immigrati richiedenti asilo ha saputo solo riempire strutture alberghiere di persone che ora sono in giro a gironzolare senza meta, chiedendo elemosina solo per passare il tempo, creando problemi di ordine pubblico al cittadino. I nostri concittadini chiedevano lavoro e pane, non cellulari, alberghi comodi e connessioni ad internet. Nessun italiano è stato mai mantenuto all’estero come i profughi degli ultimi anni.   Con dichiarazioni del genere, si infanga la memoria di tanti eroi nostrani che hanno contribuito, con il loro sacrificio, a creare un’Italia migliore.