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buste biodegradabili

Buste biodegradabili a pagamento

Sulle questione delle “buste biodegradabili” credo che il Governo abbia fatto qualche errore ma in parte certe credo che certe critiche non siano giuste. Ero relatore nella scorsa legislatura sulla direttiva cosiddette “bio-bags” e mi sono battuto, vincendo, contro le multinazionali, sopratutto quelle tedesche, che volevano imporre la plastica di derivazione petrolifera come alternativa a quella di derivazione vegetale. La loro invidia derivava dal fatto che sulla biochimica noi italiani siamo di gran lunga più avanti rispetto alla loro arretrata petrolchimica. Voglio quindi ribadire che la Novamont di Novara è un’eccellenza nel settore ed è purtroppo quanto è riuscito a sopravvivere dopo la morte di quel genio di Raul Gardini e dello “spezzatino” del gruppo Enimont che ne è conseguito. La Novamont è un patrimonio italiano ed anche se amministrata da una persona qualificata come vicina al segretario del PD Renzi, non è di sua proprietà. È partecipata dall’Eni, da fondi d’investimento e un domani potrebbe benissimo essere amministrata da una persona di altra corrente politica. Sappiamo che Renzi ha lottizzato molte aziende ma non possiamo denigrare una realtà industriale quale la Novamont che oltre che dar lavoro a centinaia di persone è al centro di una filiera, quella della biochimica, che potrebbe rappresentare un asse di sviluppo importante per la nostra economia. Tornando al Governo e all’emendamento che ha recepito la direttiva europea vorrei specificare alcune cose: – la direttiva lasciava libertà assoluta agli Stati membri per quanto attiene i sacchetti ultraleggeri destinati al monouso per il confezionamento delle verdure al dettaglio. Credo che si sia fatto bene a rendere obbligatorio l’uso di sacchetti di bioplastica perché oltre che a favorire l’industria nazionale si utilizza un materiale perfettamente compostabile. Credo invece si sia fatto male a imporre la politica di pricing, quella cioè di vietare la fornitura gratuita e introducendo l’obbligatorietà della vendita dell’imballo. In questo modo credo si sia solamente fatto l’interesse della grande distribuzione che si ritroverà un costo in meno, perché saranno i clienti a pagarsi i sacchetti che finora erano forniti gratuitamente. Se vogliamo quindi pensare ad un provvedimento “ad hoc” per favorire amici del PD preferisco guardare verso il mondo COOP piuttosto che verso un’eccellenza italiana quale potrebbe essere la nostra biochimica. Se qualcuno ritiene politicamente scorretto il mio pensiero, continui pure a pensarlo, ma quando di mezzo c’è l’interesse dell’Italia non c’è spazio per acrobazie politiche. W l’Italia sempre e comunque!