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Renzi e Bankitalia, un vero salto mortale

Il caso Bankitalia si è rivelata l’ennesima dimostrazione di come Renzi ed il suo carrozzone siano a fine legislatura e tentino un tandem di avvicendamenti/prospettive di alleanza per ancorarsi, in qualche modo, al potere. Legge elettorale, legge di bilancio, Ius Soli, è evidente come un ex premier sia in prima linea pronto a sparare “fuochi d’artificio” privi di una vera logica di Governo, il dilemma Renzi e Bankitalia…risultano un vero salto mortale! Dopo l’attacco a Visco, persino Eugenio Scalfari di Repubblica è sembrato turbato ed ha addirittura consigliato a Renzi «la visita di un neurologo»; in realtà, per il segretario del PD è sembrata un’ipotesi logica, con la quale ha potuto evitare qualsiasi azione negativa da coloro che, in piena campagna elettorale, avrebbe potuto metterlo in cattiva luce. Con l’attacco a Visco, l’ex Premier è riuscito inoltre a rendere la vita difficile a Mario Draghi, che voleva evitare discontinuità a Palazzo Koch in un momento di evidente debolezza politica, ed al Premier Gentiloni, ora costretto ad assumersi le responsabilità di scelta, creando una situazione nella quale la propria autorevolezza sembra quasi messa in discussione proprio dal suo governo. La situazione creata con Bankitalia è stato, per Renzi, un vero e proprio salto mortale: con la legge dei 2005, il potere di proporre i nomi tra i quali scegliere il governatore è passato al Governo, e Gentiloni è ora costretto ad ascoltare il principale partito della propria coalizione, e la maggioranza, che chiedono proprio “discontinuità”, bloccando un meccanismo che coinvolgeva Bce, Quirinale e Palazzo Chigi.

Renzi e Bankitalia:

Nonostante la riconferma di Visco sembra tutt’oggi l’ipotesi più probabile (rumors dell’ultim’ora lo danno come riconfermato governatore per altri sei anni) il tentativo di Renzi è riuscito a metterne in discussione l’operato di Bankitalia, con evidenti buchi nell’esercizio di vigilanza sui tanti scandali bancari che si sono succeduti in questi ultimi anni. Tuttavia, un secondo mandato al governatore di Bankitalia attesterebbe la sconfitta renziana, minando la propria leadership all’interno del partito. È possibile che, per evitare ulteriori tensioni, Premier e Capo dello Stato ripieghino su un nome diverso comunque vicino a Palazzo Koch. Dopo Bankitalia, l’obiettivo del segretario del PD è probabilmente quello del proprio rilancio di immagine come uomo di sinistra con lo Ius Soli, che lo porterebbe comunque a mettersi contro le ire di tanti elettori. Un ennesimo salto mortale alla vigilia delle elezioni?