La doppia cittadinanza ai sudtirolesi; ma i rapporti con l’Austria?
Cosa succede se l’Austria “stuzzica” il Governo italiano, con la decisione di concedere la doppia cittadinanza italiana ed austriaca ai sudtirolesi di madrelingua tedesca e ladina?
Secondo quanto dichiarato da Werner Neubar, responsabile della Fpoe, il partito di ultradestra austriaco attualmente al Governo, “i sudtirolesi potranno richiedere la cittadinanza austriaca a partire dal 2018 o, al più tardi, all’inizio del 2019”. La richiesta potrà essere effettuata “da chi si è dichiarato tedesco, o dai suoi familiari, e sarà completamente gratuita”.
Dichiarazioni simili, fuori luogo e volutamente alla ricerca di inutili populismi, hanno ottenuto forti critiche dall’Ue. Il Presidente dell’Europarlamento Tajani ritiene che si tratti di “una mossa velleitaria non distensiva” nei rapporti con Vienna; e l’idea ovviamente non piace all’Italia, che vede all’orizzonte la possibilità di dover affrontare nuovamente l’ambizione del Sudtirolo di tornare ad essere austriaco.
L’idea del partito di Kurz nasce dalla promessa del leader del Partito Popolare Austriaco alla alla Südtiroler Volkspartei, che spingerà lo stesso leader, la prossima settimana, ad esporre il proprio programma a Bruxelles. Secondo il governo di Vienna, il 98% degli altoatesini aventi diritto è già pronto a presentare la domanda per la doppia cittadinanza, ed ha precisato che per loro non sarà comunque obbligatorio prestare il servizio di leva.
Non sappiamo ancora se una mossa del genere possa aprire una nuova, pericolosa, stagione dei nazionalismi. Ciò che stupisce è, invece, l’assoluto silenzio delle istituzioni italiane contro decisioni che potrebbero mettere in discussione la sovranità nazionale. Michela Biancofiore di FI, intervistata, critica il silenzio del PD sull’argomento della doppia cittadinanza: «Non è che il governo tace sulla doppia cittadinanza per far eleggere Boschi e Del Rio in Trentino Alto Adige grazie alla Svp, visto che altrove li respingono?» chiede la Deputata.
Sulla questione si è invece pronunciato il Ministro degli Esteri Angelino Alfano, in visita a Pechino, ed ha dichiarato che “Sarà una discussione da affrontare con grande delicatezza. Il governo si è appena insediato e ne parleremo nei termini che sono assolutamente più coerenti con la nostra storia e con la tutela di quelle nostre popolazioni e di quei nostri concittadini che hanno sempre avuto una posizione molto chiara in merito“.
La mossa appare più un’iniziativa per solleticare i fanatici nazionalismi austriaci, in quanto sussistono forti dubbi sull’effettiva fattibilità pratica della proposta. Bisognerebbe infatti giustificare il motivo per il quale si concede la doppia cittadinanza solo ai sudtirolesi, e non a chi vive in Ungheria o in Slovenia; e bisognerebbe estendere la cittadinanza a tutti gli italiani che dichiarano di appartenere al gruppo linguistico tedesco. Rimarrebbe aperto il problema di concedere il diritto di voto, con la creazione di apposite circoscrizioni estere; ed inoltre si agirebbe in violazione dei documenti Osce (Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa) nei quali si precisa che “la concessione della cittadinanza in massa su base etnica è contraria ai principi internazionali e alle relazioni amichevoli tra Stati confinanti”.