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Gli impegni del nuovo Governo: economia e politica estera

Nonostante i media propongano dati che mostrino come l’economia italiana ed il lavoro siano ripartiti, la situazione è, in realtà, tutt’altro che confortante: la crescita dell’occupazione, in otto casi su dieci, è relativa a lavori a tempo determinato, che non consentono la creazione di nuovi nuclei familiari, di accendere un mutuo, di crearsi un futuro. Il divario tra il nord ed il sud dell’Italia continua ad aumentare, il meridione rimane indietro anche nella produzione e nell’esportazione. Il ceto medio si assottiglia e diventa ogni giorno sempre più povero. Il Governo Renzi è colpevole di aver alimentato il grave dissesto economico e sociale, certificato dall’Ocse, dal Fondo Monetario Internazionale, dall’Istat, da Svimez, dalla Corte dei Conti e financo dalla Bce. L’Italia rimane, tra i Paesi dell’eurozona, quello con il tasso di crescita minore. L’Italicum ha disatteso le aspettative: c’è bisogno di riforme vere e di un disegno politico che possa sostanzialmente innovare l’economia italiana per “rimettere in moto” l’imprenditoria e il lavoro, troppo bersagliati da imposte di ogni tipo. Paghiamo ancora il fatto di avere a che fare con un fisco incerto, con una burocrazia opprimente e  con la mancanza di una vera programmazione che porterebbe alla definitiva affermazione di modelli di business (PMI innovative, produzione “made in Italy” di qualità, turismo online, solo per citarne alcuni) che potrebbero proliferare nel nostro Paese. L’idea dell’introduzione di una Flat Tax getterebbe le basi per la creazione di una nuova economia: la burocrazia sarebbe ridotta all’osso, lo Stato potrebbe finalmente riavvicinarsi alle persone ed alle famiglie, garantendo la possibilità di “fare impresa” e di lavorare con la certezza, in ogni momento, di sapere quanto effettivamente si stia pagando di tasse e quanto sia possibile mettere sul piatto per un sano bilancio familiare. È assolutamente indispensabile far governare una classe politica competente ed in grado di imporsi anche in Europa: c’è da prendere decisioni importanti in tema di politica estera. Se i precedenti Governi non si sono visti in occasione della crisi Greca, delle dannose sanzioni contro la Russia, quello attuale non sembra così preparato a contrastare fenomeni come immigrazione o terrorismo.

Economia e Fisco in Italia: primo obiettivo, sconfiggere la burocrazia

La riforma del sistema fiscale italiano rappresenta il primo passo verso un sistema economico più sano, ove poter sviluppare nuove idee imprenditoriali e poter ripartire con nuove imprese. Il fisco italiano, arcaico, farraginoso e complesso, blocca sul nascere ogni idea, è difficile da adempiere ed è sempre pronto a sanzionare ogni minima inadeguatezza, sia per le famiglie che per i commercianti. Se il nostro obiettivo è quello di rimettere in moto il sistema economico italiano, basato sul lavoro e sulle PMI, è necessario sconfiggere l’inadeguato sistema burocratico italiano, uno dei principali motivi di blocco della crescita. Snellire la burocrazia vuol dire introdurre un nuovo sistema fiscale meno opprimente e più a “misura di famiglia”: un codice fiscale familiare, consentirebbe di considerare ogni famiglia italiana come un singolo soggetto fiscale, al quale deve essere concesso di poter detrarre ogni tipo di costo per il proprio benessere, dall’istruzione, alla palestra, fino alle vacanze. Fare in modo che le tasche degli italiani restino più piene dopo aver pagato le tasse non significa necessariamente ridurre il gettito fiscale: serve invece a dare la possibilità di rimettere in circolo liquidità per consentire la ripresa delle PMI, storicamente motore dell’imprenditoria italiana. Le imprese devono sentirsi libere di poter operare senza l’incubo di vessazioni e minacce da fisco ed autorità, di lavorare con estrema libertà, pagando le tasse in maniera chiara e semplice. I moderni sistemi informatici consentirebbero di creare aziende e pagare le imposte direttamente online, senza dover fare una fila, pagare bolli o spese secondarie, attendere firme di funzionari. A Bruxelles, se una persona vuole aprire un bar, affitta il locale ed acquista una macchina del caffè, iniziando subito a lavorare ed ottenere i primi introiti. Dopo qualche giorno, i tecnici comunali eseguono un sopralluogo per verificare se la normativa è stata rispettata o ci sono degli elementi ancora da sistemare. Perché tutto ciò non deve essere reso possibile anche in Italia? Questo ed altro fa parte del mio programma politico.