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Braccio di ferro Donald Trump - Kim Jong-un, con Putin nel ruolo di mediatore

Braccio di ferro Donald Trump – Kim Jong-un, con Putin nel ruolo di mediatore

Donald Trump e Kim Jong-un proseguono, a distanza, la continua prova di forza che continua a creare una tensione sempre più insostenibile. Mentre Kim mette in orbita il Kwangmyongsong-5“, un moderno satellite per lanciare i missili a lunga gittata; Donald annuncia nuove sanzioni ai funzionari nordcoreani che si occupano del programma missilistico. Il segretario al Tesoro americano, Steven Mnuchin, ha inoltre annunciato ulteriori sanzioni dettate dalla “strategia della tensione” che mira ad isolare la penisola coreana, fino a quando non sarà completamente denuclearizzata. Queste vanno ad aggiungersi a quelle annunciate dalle Nazioni Unite lo scorso venerdì, a seguito dei test balistici intercontinentali (i missili della Corea del Nord sono oggi in grado di raggiungere qualsiasi punto del territorio Usa). Le sanzioni recenti mirano a limitare l’accesso di prodotti petroliferi raffinati e petrolio grezzo, nonché dei guadagni dei lavoratori all’estero. Nelle ultime misure restrittive del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, dello scorso 22 dicembre sono state inoltre inserite, tra le altre cose, il divieto di importazione di generi alimentari, apparecchiature elettriche, navi da trasporto, materie prime come legno e magnesite. La novità, in questa situazione, è invece legato al ruolo del leader russo Vladmin Putin, sempre più pronto a proporsi come mediatore in grado di ristabilire l’ordine e trovare un accordo Usa – Corea del Nord. Nel corso di una recente telefonata tra Washington ed il Cremlino, il ministro degli esteri russo Sergei Lavrov ha ribadito al segretario di Stato usa Rex Tilleson la necessità di ridurre la tensione tra i Paesi. Lavroc ha parlato di come la retorica aggressiva di Washington, e l’aumento della presenza militare nella penisola stiano innalzando la tensione, e questo non è accettabile; ha inoltre rappresentato di come, in questo momento, sia importante “passare dal linguaggio delle sanzioni a quello dei negoziati”. La Russia sembra dunque pronta ad una de-escalation della tensione, ma la volontà di voler mediare tra le parti, come dichiarato dal portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, implica che entrambe le parti siano disposte ad ascoltare ed accettare.

Crisi Corea del Nord: misteri di uno sviluppo tecnologico

Precipita la situazione politica in Corea del Nord, dopo  il test della bomba ad idrogeno che ha causato due forti scosse di terremoto. Unanime la condanna mondiale, potrebbero nascere i presupposti per un nuovo, pericolosissimo conflitto bellico. Il grande interrogativo che, in queste ore dovremmo farci, è quello delle armi a disposizione dei coreani, e del loro improvviso sviluppo tecnologico: la bomba ad idrogeno è molto più potente di una normale bomba atomica. In più, si tratta di un ordigno bellico miniaturizzato, che può essere caricato nell’ogiva di un missile intercontinentale, in grado di colpire gli Stati Uniti. La tecnologia di miniaturizzazione, realizzabile nel giro di diversi anni, è stata acquisita, inaspettatamente, in tempi record. Nel 2016, i media indicavano i missili nordcoreani come “a corta gittata”, in grado di raggiungere, al massimo, il vicino territorio del Giappone. Oggi, invece, le armi di Kim Jong-Un sembrano essere una minaccia in grado quasi di colpire ogni angolo del globo. Come è stato possibile implementare le nuove tecnologie sui motori di spinta, in un Paese così isolato come la Corea del Nord? Secondo l’intelligence americana, l’assistenza tecnologica viene dall’estero: un esperto tedesco, lo scorso anno, ha notato una somiglianza tra i motori dei missili dei test di Pyongyang con quelli prodotti in Ucraina, esattamente con il modello RD 250, realizzati nella fabbrica Yuzhmash di Dnipro. Tali propulsori sono stati realizzati per l’arsenale russo fino al 2014, ma quelli prodotti negli anni successivi erano rimasti invenduti, a causa della rottura dei rapporti tra Ucraina e Russia. La Corea del Nord potrebbe aver approfittato della situazione accaparrandosi i motori. La vicenda si tinge poi di giallo: Cina e Russia, secondo Washington, potrebbero essere coinvolti nella vicenda. Nonostante le smentite, la compagnia russa Energomash, da sempre in rapporti stretti con la Yuzhmash, potrebbe aver fatto da tramite. Nonostante la criticità della situazione, l’azione degli organi di controllo internazionali è praticamente nulla. Oltre agli Usa, risulta non pervenuta ogni possibile azione o presa di posizione da parte dell’Unione Europea. Come mai? È forse tutto architettato per dare un senso, anche per gli anni a venire, all’esistenza della NATO, che sembra quasi destinata a diventare un semplice organo per il contrasto al terrorismo islamico? Che ruolo continua ad avere la fabbrica ucraina, e perché continua a ricevere fondi per le tecnologie missilistiche che rivende? Da anni la Corea del Nord sfrutta il mercato nero per sviluppare la tecnologia missilistica. Oggi, Kim Jong-Un è purtroppo diventato un nemico molto più credibile, e soprattutto molto più pericoloso.