Aung San Suu Kyi premio nobel contro immigrazione illegale

Aung San Suu Kyi, premio Nobel per la pace, contro l’immigrazione illegale

La leader birmana Aung San Suu Kyi accoglie nella capitale del proprio Paese ministri degli esteri asiatici ed europei, con un discorso semplice ma efficace nel quale dichiara la propria posizione sul problema delle migrazioni. Secondo Aung San Suu Kyi Conflitti e instabilità nel mondo sono in parte dovuti all’immigrazione illegale che diffonde il terrorismo “ponendo l’attenzione su un problema che sta affliggendo oggi l’Italia e l’intero continente europeo. Aung San Suu Kyi non è una sprovveduta, e neanche una fanatica razzista: è infatti attiva da tanti anni, impegnata in Birmania – oppresso da una rigida dittatura militare – per la difesa dei diritti umani. È il capo del movimento non-violento, insignita di tanti prestigiosi premi per il suo impegno politico, tra il quale il Nobel per la pace nel 1991. Come può un “modello di coraggio civico per la libertà” come la leader della Birmania, schierarsi contro l’immigrazione? Perché, semplicemente, è realista. Comprende benissimo che l’immigrazione illegale ed incontrollata crea problemi di ordine pubblico, situazione in cui il terrorismo trova modo di proliferare. Nel suo discorso, la leader della Birmania non ha citato la crisi dei Rohingya, ma in Birmania sono presenti profughi della minoranza musulmana, immigrati clandestinamente, spesso accusati di atti terroristici. La situazione trova evidenti analogie con quella nostrana, nella quale è presente un flusso di migranti musulmani fuori da ogni controllo.   In Italia, spesso, chi si schiera contro i profughi viene etichettato, troppo facilmente, come razzista, xenofobo e privo di umanità, dimenticando proprio che l’immigrazione illegale viola le leggi vigenti, e come tale va considerato e punito. A livello giuridico, la problematica non è legata al reato di ingresso e soggiorno nel Paese, da anni oggetto di aspre critiche, ma dall’impossibilità di attuare l’espulsione immediata, molto spesso intimata solo formalmente, a causa dell’elevato costo della sua esecuzione e della scarsità delle relative risorse a disposizione. Il premio Nobel per la pace del 1991, oggi ci ricorda dunque che “L’immigrazione illegale diffonde terrorismo e violenza, conflitti sociali e persino la minaccia di una guerra nucleare“. Come darle torto? In Italia siamo forse troppo presi dalla nostra difficile situazione politica, dalle idee della Boldrini, dalle coop e dal business dell’accoglienza, per ricordarci che è il caso di iniziare a prendere opportuni provvedimenti. Spero che l’alto rappresentante della politica estera europea Federica Mogherini, presente in Birmania, abbia compreso il messaggio. La lotta al terrorismo deve partire proprio dalla nostra volontà di far rispettare le leggi.

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