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Flat tax e sconti, Irpef al 23%: Forza Italia punta al rilancio economico

È di Forza Italia la più rivoluzionaria idea di riforma del sistema fiscale, che pone le basi per un serio rilancio della nostra economia, attaverso il concetto della Flat Tax. Pagare meno, pagare tutti senza troppe complicazioni legate a tasse e balzelli che opprimono il contribuente e allontanano gli investitori. Alla vigilia delle elezioni politiche 2018, ci sono alcuni importanti impegni che il partito vuole portare a termine nel prossimo governo, in grado di favorire famiglie ed imprese.

Perché la Flat Tax è la soluzione ideale

La riforma del sistema tributario prevede l’introduzione di un’unica aliquota fiscale per le persone fisiche e giuridiche. Chi guadagna poco verrà tutelato con l’introduzione di una no tax area e con un’esenzione totale sotto una determinata soglia. Verranno abolite imposta di successione e sulle donazioni., e cancellate tutte le pendenze fiscali degli italiani. Negli ultimi anni, l’introduzione della Flat tax ha consentito a diversi Paesi dell’est europeo di accelerare la crescita economica nazionale.

L’aliquota della Flat Tax

Berlusconi ha previsto di partire già nel 2018 con una flat tax del 23% e, nei prossimi anni, di abbassarla fino al 15-20%; la no tax area dovrebbe scende fino a 12 mila euro. La pressione fiscale si ridurrà consentendo maggiore liquidità economica alle famiglie, incrementando nel contempo le possibilità di creare nuove imprese e nuovi posti di lavoro.

I costi della Flat Tax

I costi stimati rivoluzionaria si attestano intorno i 50 miliardi l’anno, senza gravare ulteriormente sul bilancio pubblico. Le coperture verranno garantire dalla semplificazione delle tante deduzioni e detrazioni che oggi costano all’erario 171 miliardi senza produrre risultati apprezzabili, e dalla lotta all’evasione fiscale, il cui gettito stimato in Italia è di oltre 107 miliardi. Un sistema fiscale più efficiente ad aliquota unica più bassa riuscirebbe infatti all’emersione del sommerso, garantendo risorse di oltre 20 miliardi di euro. La progressività dell’imposizione fiscale, prevista dall’art. 53 della nostra Costituzione, verrà garantita da un sistema di deduzioni in grado di favorire, in particolare, i redditi medio-bassi. Verranno inoltre portati a termine la cartolarizzazione dei beni confiscati alla mafia, ed un piano, da 5 miliardi l’anno per 5 anni, destinato alla lotta contro la povertà.

I vantaggi della Flat tax

Con la Flat tax ogni contribuente saprà esattamente quanto pagare, senza necessità di rivolgersi ad un professionista e senza possibilità di errore. Nel programma di governo di Forza Italia si evidenzia come «Le prove empiriche e le esperienze internazionali mostrano come efficienza e semplificazione fiscale comportino un aumento di gettito».

Obiettivo economia: ripartire dalla Flat Tax

Nonostante le difficoltà che, su più fronti, coinvolgono il nostro Paese, il primo pensiero è sicuramente quello della nostra difficile situazione economica: una vera e propria sfida, che deve essere affrontata con metodi innovativi e rivoluzionari. Le famiglie italiane non riescono ad avere i soldi per poter creare un futuro per i propri figli, poter vivere nel benessere quotidiano e perfino poter acquistare beni di prima necessità. Il tasso di disoccupazione è sempre più alto, e le imprese chiudono a causa della mancanza di lavoro e dell’enorme pressione fiscale. L’idea di introdurre una Flat Tax è semplice e, allo stesso tempo, geniale: cestinare l’intero sistema italiano, composto da leggi impositive farraginose e incomprensibili, detrazioni e deduzioni, ed inserire un’unica aliquota del per persone e aziende. La Flat Tax come noi la intendiamo deve attestarsi tra il 15 ed il 25% del reddito. Con la Flat Tax ognuno, sia esso persona fisica o giuridica, pagherà una percentuale come sopra indicata, di quello che guadagna, senza alcun calcolo o tassazione extra. Già introdotta, con successo, da diversi Paesi dell’Est Europa, la Flat Tax porterebbe ad una serie di interessanti vantaggi:
  • semplicità nella tassazione: ognuno sarebbe in grado istantaneamente di conoscere l’importo delle tasse da pagare, più basse di quelle attuali. L’amministrazione finanziaria sarebbe meno impegnata nel dover controllare, ogni anno, deduzioni e detrazioni;
  • La riforma dell’Irpef e alcuni istituti di welfare, spesso troppo lontani dalle effettive esigenze e dagli introiti reali delle famiglie;
  • emersione di tutta la cosiddetta economia sommersa: con aliquote simili, ed un rafforzamento dei controlli fiscali, non ci sarebbe alcun motivo di lavorare in nero;
  • pagano poco e tutti, e le entrate fiscali sicuramente aumenteranno;
  • è da tempo caldeggiata da ampi settori di Confindustria, che vedono ne intravedono l’opportunità per aumentare la produzione e attirare gli investitori esteri;
  • i redditi più bassi sono esenti da tale imposizione (no Tax Area). Ne sarebbero favoriti i pensionati e coloro che hanno un reddito estremamente basso.
La Flat Tax è molto criticata per la mancanza di progressività dell’imposizione, ma rappresenta una svolta epocale, per uno Stato così legato alla burocrazia come quello italiano. È in grado, con un adeguato percorso legislativo, di dare la scossa all’intero sistema e di far ripartire l’economia.

Economia e Fisco in Italia: primo obiettivo, sconfiggere la burocrazia

La riforma del sistema fiscale italiano rappresenta il primo passo verso un sistema economico più sano, ove poter sviluppare nuove idee imprenditoriali e poter ripartire con nuove imprese. Il fisco italiano, arcaico, farraginoso e complesso, blocca sul nascere ogni idea, è difficile da adempiere ed è sempre pronto a sanzionare ogni minima inadeguatezza, sia per le famiglie che per i commercianti. Se il nostro obiettivo è quello di rimettere in moto il sistema economico italiano, basato sul lavoro e sulle PMI, è necessario sconfiggere l’inadeguato sistema burocratico italiano, uno dei principali motivi di blocco della crescita. Snellire la burocrazia vuol dire introdurre un nuovo sistema fiscale meno opprimente e più a “misura di famiglia”: un codice fiscale familiare, consentirebbe di considerare ogni famiglia italiana come un singolo soggetto fiscale, al quale deve essere concesso di poter detrarre ogni tipo di costo per il proprio benessere, dall’istruzione, alla palestra, fino alle vacanze. Fare in modo che le tasche degli italiani restino più piene dopo aver pagato le tasse non significa necessariamente ridurre il gettito fiscale: serve invece a dare la possibilità di rimettere in circolo liquidità per consentire la ripresa delle PMI, storicamente motore dell’imprenditoria italiana. Le imprese devono sentirsi libere di poter operare senza l’incubo di vessazioni e minacce da fisco ed autorità, di lavorare con estrema libertà, pagando le tasse in maniera chiara e semplice. I moderni sistemi informatici consentirebbero di creare aziende e pagare le imposte direttamente online, senza dover fare una fila, pagare bolli o spese secondarie, attendere firme di funzionari. A Bruxelles, se una persona vuole aprire un bar, affitta il locale ed acquista una macchina del caffè, iniziando subito a lavorare ed ottenere i primi introiti. Dopo qualche giorno, i tecnici comunali eseguono un sopralluogo per verificare se la normativa è stata rispettata o ci sono degli elementi ancora da sistemare. Perché tutto ciò non deve essere reso possibile anche in Italia? Questo ed altro fa parte del mio programma politico.

Alle stelle la pressione fiscale: 48,8% secondo la Cgia di Mestre

Una vera e propria mazzata per famiglie, imprenditori e lavoratori la pressione fiscale 2017 in Italia: secondo i dati calcolati dall’Ufficio Studi della Cgia di Mestre, si attesta al 48,8%, ben sei punti superiore al dato ufficiale del 42,5%. Il valore evidenzia, anche quest’anno, come il fisco italiano sia troppo oneroso e continua a rappresentare il vero ostacolo alla possibile ripresa economica del Paese.   In cosa differisce il dato ufficiale da quello calcolato dalla Cgia? Ricordiamo che la pressione fiscale è il rapporto tra le entrate fiscali e il Pil prodotto in un anno. L’Associazione Artigiani e Piccole Imprese di Mestre ha rimosso dal Pil tutte quelle entrate che non producono alcun gettito nelle casse dello Stato, vale a dire l’economia sommersa e le attività illegali che ammontano – nell’ultimo dato utile, quello del 2014 – a 211 milioni di euro.   In questo modo, la pressione fiscale effettivamente calcolata considera tutti coloro che, effettivamente, versano regolarmente tutte le imposte: i lavoratori dipendenti, gli autonomi, i pensionati e le imprese che ottemperano regolarmente ai pagamenti al fisco.   L’alto livello di tassazione, ritenuto insopportabile, allontana gli investitori e testimonia la necessità di adottare una politica economica innovativa ed attuare profonde riforme che mirino, innanzitutto, alla semplificazione, alla riduzione delle imposte indirette, alla certezza della tassazione.   Solo con la riforma fiscale l’Italia può tornare ad essere un Paese dove investire, dove poter lavorare serenamente per migliorare la qualità della vita delle famiglie. Creare ed investire nella crescita imprenditoriale è diventato difficilissimo: un dipendente costa al proprio datore di lavoro una cifra pari allo stipendio netto che deve elargire. La burocrazia non fa altro che complicare le cose, rendendo meno chiari pagamenti e scadenze. Una riorganizzazione fiscale, che sappia anche ascoltare il cittadino e gli addetti ai lavori, è caldamente auspicabile e deve essere messa in agenda con urgenza.