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Le Ong, scafisti e morti in mare

Le ONG rendano pubblici i loro bilanci e vengano specificatamente autorizzate da autorità di pubblica sicurezza internazionale per lo svolgimento di qualunque attività umanitaria in acque internazionali. Sono queste le basi per garantire la piena trasparenze e sicurezza del loro operato. Pochi giorni fa diverse imbarcazioni di Msf, Openarms, Jigendrettet e Sea WatchGuardia sono state intimate a lasciare le acque territoriali libiche dalla Guardia Costiera locale. A detta dell’ammiraglio Ayob Amr Ghasem, le navi delle ONG avrebbero intrattenuto comunicazioni wireless tra di loro almeno mezz’ora prima dell’individuazione dei barconi. A detta delle autorità libiche, la presenza delle ONG a ridosso (e spesso all’interno) delle acque territoriali libiche rende più arroganti e spericolati i trafficanti di uomini, dando loro la certezza di dover percorrere solo poche centinaia di metri in mare prima di consegnare il loro carico di vite alle ONG e tornare indietro per un nuovo carico. Il pm di Catania, Carmelo Zuccaro, che ha parlato dell’esistenza di contatti tra ONG e scafisti, è già finito sotto processo della sinistra, che vuole in tutti i modi negare ciò che appare evidente: questa situazione sta favorendo gli affari dei trafficanti e causando un enorme numero di morti in mare. Si alza dunque di nuovo il polverone che da qualche mese copre di ombre l’operato delle organizzazioni umanitarie: i dubbi sui loro finanziamenti sospetti, il più delle volte non dichiarati e non trasparenti; l’ipotesi che dietro i propositi lodevoli si nasconda anche la volontà di far pressione sulle istituzioni europee per costringerle ad aprire canali legali di immigrazione; e poi ancora l’accusa del pm di Catania, Carmelo Zuccaro, che ha detto di avere le prove dell’esistenza di contatti tra membri delle Ong e scafisti. Infine i dati, che dimostrano come l’attività di salvataggio non solo abbia favorito gli affari dei trafficanti di uomini, ma di fatto ha aumentato il numero di morti in mare. Provocando quel cortocircuito in cui le Onlus sembrano essersi ormai sostituite agli scafisti.