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Il problema migratorio resta, irrisolto, dietro l’angolo, con gravi rischi per la sicurezza

La politica delle porte chiuse, imposta da Salvini, provoca problemi al Ministro dell’Interno, che subisce una nuova indagine giudiziaria legata al caso della Sea Watch 3; nonostante il Procuratore Carmelo Zaccaro di Siracusa abbia presentato una contestuale richiesta di archiviazione, la vicenda assume ancora una volta i connotati dell’inefficienza italiana in tema di migrazione, in una situazione che resta, ingestibile, nelle mani del ministro dell’Interno. Sulla sicurezza nazionale il ruolo di Salvini appare per certi versi quello del parafulmine, che va dritto per la propria strada senza il supporto delle altre forze politiche. “È la nave olandese che è intervenuta in acque libiche – ha precisato il leader della Lega – Se n’è fregata dell’alt e delle indicazioni del governo olandese di andare in Tunisia e ha messo a rischio la vita delle decine di migranti a bordo per arrivare in Italia con un gesto politico“. Inoltre, spiega con fermezza: “Sono arrivati in Italia, li abbiamo curati e li abbiamo fatti sbarcare e abbiamo lavorato per redistribuirli. Il risultato è che c’è un procedimento penale nei miei confronti“. La questione dimostra ancora una volta che un fatto storico di importanza mondiale, legato alle migrazioni popolazioni dal continente africano in Europa, viene affrontato senza il giusto supporto della politica italiana ed europea. L’incapacità di operare del governo gialloverde – che ha saputo arginare la situazione, solo grazie a Salvini ed alle sue misure drastiche – non nasconde le difficoltà di gestione del problema migratorio. In primis, per l’inconsistenza dei grillini, e per la mancanza di amalgama tra i gruppi politici Lega / M5S. Dalla Libia potrebbero arrivare in Italia 400 terroristi in fuga, nascosti nelle centinaia di migranti pronti ad attraversare il Mediterraneo e sbarcare sulle coste europee. La situazione in Libia è finita in agenda di governo, lo stesso governo che aveva fatto saltare l’asse italo-americano alterando i rapporti con Trump con la “nuova via della seta” e con le posizioni ostili assunte sugli F-35 e sul budget impiegato nella difesa. L’obiettivo del Viminale deve essere quello di favorire l’intelligence nazionale e prevenire fenomeni terroristici dei cosiddetti “Foreign fighters”, che possono nascondersi facilmente tra i migranti. Mentre la linea di Salvini è semplice – chiusura e basta – le posizioni di Di Maio e Toninelli sono più morbide e vicine a quelle della sinistra. Salvini rimarca l’importanza del proprio ruolo, precisando che «Non mi permetto di dargli lezioni (ndr. a Di Maio) su come risolvere le centinaia di crisi aziendali che sono ferme sul suo tavolo, chiedo altrettanto rispetto: di ordine pubblico, sicurezza, difesa dei confini mi occupo io. Ci metto la faccia e rischio personalmente» Nonostante tutto, i pentastellati non hanno sicuramente perso tempo a stuzzicare il ministro dell’Interno e la Lega anche in tema di sicurezza. I grillini hanno avuto un’uscita infelice a seguito dell’attentato fallito dello scuolabus a San Donato Milanese. Dopo il bliz dei Casamonica, una loro nota, partita dalla Commissione Antimafia, ha precisato che «In questa lotta senza quartiere contro le mafie, anche la Bicamerale che rappresentiamo è in prima linea»; situazioni di imbarazzo, molto simili, si sono avute anche successivamente all’omicidio del carabiniere a Cagnano Varano e in tema di immigrazione illegale e porti chiusi. Una vera e propria invasione di campo, che potrebbe dar luogo ad ulteriori polemiche all’interno del Governo. Come già ribadito più volte, il caos è generato dalle inefficienze della squadra di Governo: Fratelli d’Italia mostra compattezza nel poter lavorare, con Salvini, per tutte le problematiche legate alla sicurezza nazionale e potrebbe subentrare al Governo per dare apporto alle proposte del Ministro dell’Interno. Partendo dalle prossime elezioni europee. In merito ai porti chiusi, le elezioni europee devono essere occasione di dialogo con Bruxelles per poter armonizzare nell’Unione l’accesso controllato dei migranti all’interno dei confini europei. I nostri confini non sono solo italiani, ma dell’intera UE: il problema va quindi affrontato a livello internazionale, partendo dalla Convenzione di Dublino, in un nuovo parlamento europeo.  

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