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Catalogna Indipendente: merita di restare nell’UE?

La storia dell’indipendenza della Catalogna deve essere ancora scritta. Nonostante il pugno duro di Madrid, con la Procura che ordina alla polizia catalana di recintare i seggi evitare il referendum ritenuto dalla Spagna assolutamente illegittimo, restano comunque possibilità di dialogo tra le parti in causa. La regione di Barcellona può, e deve, tutelare la propria posizione indipendentista, anche se. le possibilità di vedere costituita una vera e propria Repubblica catalana rimangono assolutamente remote. Nonostante la legittima voglia di distinguersi dal resto della Spagna, la visione catalana appare assolutamente miope e caotica. Il 61% degli abitanti della regione è consapevole dell’illegalità stessa del referendum, e spesso le posizioni moderate vengono sopraffatte dall’estremismo e dall’indipendentismo. I Governi catalani hanno mostrato idee alquanto discutibili in tema di politica estera, in particolare della gestione dei flussi migratori: più volte si è mostrata estremamente favorevole ad accogliere, senza alcuna regola, i flussi di migranti. È una posizione decisamente anomala, che allontana la Catalogna dalle politiche europee in tema di migrazioni, e dalle comuni prese di posizione in tema di sicurezza ed ordine pubblico. Il recente attacco terroristico di Barcellona ha proprio dimostrato come la necessità di garantire la sicurezza nazionale sia oramai una priorità per ogni Paese dell’Unione Europea, che ha il diritto ed il dovere di esercitare un controllo dei migranti, ospitandone un numero utile previsto dalle normative. Un Paese Europeo, che guarda verso il futuro, deve avere una visione comune sugli obiettivi dell’Unione: l’immigrazione e la conseguente islamizzazione costituiscono un serio pericolo, sia per le diffuse posizioni estremiste di tanti esponenti, che per la lontananza con le tradizioni dei nostri Paesi, troppo spesso trascurate. La costituzione di un governo a Barcellona così fuori dagli schemi, privo di regolamentazioni e lontano dalle idee di Bruxelles, rischierebbe di essere una vera e propria mina vagante, causando veri e propri danni all’UE in tema di economia e politica estera. Con la presenza di una Catalogna indipendente, e con un Governo simile, sarebbe necessario discutere e valutare l’eventuale permanenza nell’unione europea. L’UE è fatta di regole, che devono essere rispettate da tutti per il bene comune.

Attentato a Barcellona, la guerra sarà lunga. Ma vinceremo noi contro il terrorismo Islamico!

L’attentato a Barcellona ha causato ben 100 feriti e 14 morti. Un bilancio drammatico, che dimostra ancora una volta come i nostri valori, e la nostra cultura, tramandati da secoli in tutto il mondo occidentale, siano davvero a rischio. Le bestie sono ormai sempre pronte a colpirci, nelle nostre città, durante i momenti di festa, solo per togliere il sorriso ai nostri bambini: dobbiamo purtroppo comprendere che sarà sempre così, ancora per molto tempo. Gli italiani morti sono due, Bruno Gulotta e Luca Russo, travolti dal furgone utilizzato per l’attacco sulla Rambla. L’autista, un uomo bianco presumibilmente con la camicia a righe, è scappato a piedi e, per il momento, risulta essere ancora in fuga: speriamo possa essere presto assicurato alla giustizia. A quello di Barcellona, un secondo attentato nella notte a Cambris, nella provincia catalana di Tarragona, ha evidenziato ancor di più le criticità di un vile attacco premeditato da piccole cellule terroristiche, pronte a colpire in luoghi affollati, senza fare alcuna distinzione tra donne, bambini o anziani. Fortunatamente, il bilancio di Cambris è meno pesante di quello di Barcellona, grazie al pronto intervento della polizia locale. Per chi ancora non avesse compreso stiamo vivendo in un vero e proprio scenario di guerra, da combattere contro coloro che ci odiano con tutte le loro forze. Odiano il nostro modo di vivere, il nostro pensiero democratico, le idee che facciamo circolare liberamente. Siamo in guerra, non dobbiamo mai dimenticarlo. E la guerra la vivremo sicuramente per diversi lunghi anni. Dobbiamo però avere la forza di difendere i nostri ideali ed i nostri valori. Dobbiamo farlo, per proteggere il sorriso di ogni bambino che continua a vedere scene di morte in televisione, che vede la gioia diventare improvvisamente dolore. Dobbiamo chiamare questi attentati con il loro nome, definendo con coraggio la matrice Islamica, che portatrice di odio contro tutti noi. La nuova guerra contro l’ISIS ed il terrorismo islamico in genere, iniziata ormai da qualche anno, deve essere combattute con la forza e l’impegno delle istituzioni, che devono essere sempre efficienti ed in grado di poter agire con i dovuti poteri; ma sarà determinante anche il contributo del singolo cittadino, che non dovrà mai mancare nel supportare chi lavora per la sicurezza. Solo così potremo vincere, e il mondo occidentale ed i suoi valori democratici, per cui abbiamo combattuto, potranno continuare a sopravvivere.