Made in Italy in Europa, più di una semplice priorità
Il riscatto del nostro Paese, in Europa e nel mondo, passa anche dalle prossime elezioni europee. Ed è di vitale importanza, che il made in Italy sia salvaguardato, tutelato, e definitivamente affermato, perché ciò che nasce ed è prodotto dal nostro Paese ci contraddistingue dal resto del mondo ed evidenzia le innate qualità delle nostre imprese e dei nostri lavoratori. Chi non tutela il made in Italy danneggia centinaia di famiglie italiane ed imprese che, sul nostro territorio, ambiscono a portare crescita, benessere sviluppo.
Gli episodi di cronaca che riportano la diffusione del made in Italy sono molteplici: i nostri brand raggiungono Kiribati e Pitcairn, due tra le più lontane isole del Pacifico, e sono universalmente riconosciute come simbolo di qualità. Le esportazioni crescono in Cina, Brasile, Russia, Sud Africa, Usa ed in tanti Paesi dell’Unione europea (Irlanda, Slovenia, Portogallo, Polonia).
La crescita, interessa non soltanto il settore agroalimentare, ma anche quello dei mezzi di trasporto, moda, meccanica, beni strumentali, industria farmaceutica. Il progetto “Italia Caput Mundi” realizzato con il patrocinio del Ministero dello Sviluppo Economico, evidenzia le eccellenze del made in Italy anche aziende leader di settori produttivi come rubinetti, piastrelle, scarpe, pasta, prosciutto, occhiali, parti di orologi, gomma.
Tutto ciò che è realizzato e prodotto in Italia viene amato e ottiene successi in tutto il mondo.
Tuttavia la produzione, non viene sufficientemente tutelata: il commercio mondiale di prodotti falsi che violano i marchi registrati italiani registra un volume d’affari per 32 miliardi di euro; per le aziende manufatturiere italiane, il volume totale di mancate vendite è di 24 miliardi di euro. I dati della ricerca effettuata da Ocse, aggiornati alla fine del 2018 evidenziano come numeri da capogiro, con un fenomeno sempre più difficile da controllare. La diffusione dell’e-commerce, di portali di dubbia origine che vendono falsi e scompaiono rapidamente, mettono sempre più a rischio le nostre imprese, “la cui competitività – precisa il Consiglio nazionale anticontraffazione – è oggi insidiata dalla concorrenza sleale di imprese illegali che si avvantaggiano degli investimenti in ricerca, innovazione e pubblicità dei marchi di eccellenza del made in Italy, per ottenere vantaggi competitivi a basso costo alimentando, in questo modo, il mercato del falso. Di fronte poi a un fenomeno sempre più capillare e invasivo, occorrono misure di salvaguardia del consumatore ignaro e di messa in guardia del consumatore consapevole, per un coinvolgimento attivo del cittadino”.
Sui problemi legati al made in Italy, Coldiretti precisa pone l’attenzione alla tutela dei marchi storici legati all’agroalimentare. “L’attenzione all’acquisizione dei marchi storici è necessaria perché – afferma il Presidente della Coldiretti Prandini – si tratta spesso del primo passo della delocalizzazione che si realizza con lo spostamento all’estero delle fonti di approvvigionamento della materia prima agricola e con la chiusura degli stabilimenti e il trasferimento di marchi storici e posti di lavoro fuori dai confini nazionali”. Aggiunge inoltre: “Negli anni sono volati all’estero, tra gli altri, la birra Peroni, i gelati Grom, Antica gelateria del Corso e Algida, i marchi dell’olio Bertolli, Carapelli, Sasso, Sagra e Filippo Berio, la pasta Buitoni e la pasta Del Verde, i cioccolatini Perugina e Pernigotti, lo spumante Gancia, latte e formaggi di Parmalat, Galbani, Invernizzi, Locatelli e delle Fattorie Scaldasole, i salumi Fiorucci, l’Orzo Bimbo, i cracker Saiwa, le bibite San Pellegrino, i liquori Stock e le caramelle Sperlari”.
A tutte queste problematiche dobbiamo aggiungere altre difficoltà sempre più incombenti, causate negli ultimi mesi anche da una errata gestione politica. I difficili rapporti tra Governo e Trump potrebbero arrecare danni, cosi come la Brexit e la possibilità di nuove turbolenze finanziarie.
Inutile aggiungere altro: la tutela del made in Italy è una priorità imprescindibile. Un fiore all’occhiello per il nostro Paese, in grado di portare benefici all’economia nazionale, secondo i dati del Ministero dello Sviluppo Economico, per oltre 7 miliardi di euro.
Il made in Italy va salvaguardato in Europa, a Bruxelles, dove l’Italia, deve far sentire la propria voce.