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Tensione Salvini-Di Maio – Conte. Dopo le europee, cosa succederà?

La situazione di estrema tensione in cui il Governo è costretto ad operare trapela inevitabilmente anche dagli stati d’animo dei maggiori esponenti. E’ il caso di Salvini, che dopo i sentimenti di disaccordo maturati nel tempo con Di Maio sui temi più disparati, ( Tav, Sicurezza ed F35 in primis) sta ora evidenziando la sua irritazione contro il premier Giuseppe Conte, in occasione del Congresso mondiale delle famiglie. Il vicepremier leghista avrebbe mostrato il proprio disappunto e avrebbe ribadito come “Conte abbia compiuto un atto violento contro il ministro Fontana mettendosi a fare il fenomeno in Consiglio dei ministri“. Una problematica di questo tipo era inevitabile, come abbiamo ribadito, più volte, da mesi. Che senso ha tenere unito un Governo costituito da due partiti così diversi su tantissime posizioni, pronti a candidarsi su fronti opposti al Parlamento UE? Anche le statistiche evidenziano come il M5S sia incapace di proporre una efficace azione di Governo: i sondaggi mostrano i grillini in calo significativo, a fronte di una Lega, sempre più forte. In questo contesto, va dato il giusto peso alla crescita di Fratelli d’Italia, molto più vicina ai programmi della Lega e probabilmente la più adatta ad affiancare Salvini al Governo. Per l’epilogo di una situazione, sempre più ingestibile, del Governo Conte, bisognerà probabilmente attendere ancora un poco: è tutto rimandato dopo le prossime elezioni europee. La crisi di Governo, per ora congelata in attesa delle prossime consultazioni, potrebbe finire nelle mani del premier della Lega già dal prossimo giugno. Nonostante Di Maio sia stato leale con il salvataggio del caso Diciotti, per Salvini staccarsi dal M5S potrebbe rivelarsi la migliore soluzione, così da poter proseguire, in futuro, con un’azione di Governo meno improvvisata e sicuramente più incisiva. Capitolo a parte, quello del nuovo Partito Democratico di Zingaretti: l’attentato all’autobus di Milano è stata l’occasione migliore per ricominciare a parlare di Ius Soli. Ancora una volta, il PD non trascende dai propri errori, come già avvenuto in passato. Il triste episodio di cronaca, che ha avuto fortunatamente un epilogo felice, può essere un’opportunità per discutere di come migliorare i controlli sulla concessione della cittadinanza italiana, o di come salvaguardare la sicurezza nazionale e quella delle scuole, ma sicuramente non per parlare dello Ius Soli. Per essere italiani e sentirsi parte della nostra Nazione, non basta semplicemente essere sbarcati a Lampedusa. Inutile quindi strumentalizzare un caso del genere, bisogna necessariamente farne tesoro per garantire misure efficaci di sicurezza a chi vive nel territorio nazionale ed europeo.

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