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Renzi e Bankitalia, un vero salto mortale
/in News in home /da Redazione BertotRenzi e Bankitalia:
Nonostante la riconferma di Visco sembra tutt’oggi l’ipotesi più probabile (rumors dell’ultim’ora lo danno come riconfermato governatore per altri sei anni) il tentativo di Renzi è riuscito a metterne in discussione l’operato di Bankitalia, con evidenti buchi nell’esercizio di vigilanza sui tanti scandali bancari che si sono succeduti in questi ultimi anni. Tuttavia, un secondo mandato al governatore di Bankitalia attesterebbe la sconfitta renziana, minando la propria leadership all’interno del partito. È possibile che, per evitare ulteriori tensioni, Premier e Capo dello Stato ripieghino su un nome diverso comunque vicino a Palazzo Koch. Dopo Bankitalia, l’obiettivo del segretario del PD è probabilmente quello del proprio rilancio di immagine come uomo di sinistra con lo Ius Soli, che lo porterebbe comunque a mettersi contro le ire di tanti elettori. Un ennesimo salto mortale alla vigilia delle elezioni?Il treno di Renzi: il carrozzone di una sinistra sull’orlo del baratro
/in News in home /da Redazione BertotIl treno del PD “Destinazione Italia”
Partito dalla stazione Tiburtina di Roma, è un Freccia Bianca, composto da cinque vagoni, che girerà l’Italia per discutere con gli elettori. A bordo, l’ex premier Renzi è accompagnato da Graziano Delrio, Matteo Richetti, Ettore Rosato e Nicola Zingaretti.Il Treno di Renzi
Si tratta di un’idea davvero grottesca, quella di intraprendere un viaggio elettorale in treno, specialmente dopo che, nel 2001, la medesima idea portò davvero male a Rutelli, segnandone la disfatta. La gente si dimostra davvero stanca, e il “carrozzone” viene schernito ed insultato, assieme ai rappresentanti politici che intende promuovere. A Termoli, ed esempio, non c’era una gran folla ad attendere l’arrivo del treno; per evitare contestazioni, il treno è arrivato solo in tarda ora, e l’ex premier è addirittura arrivato in auto! Evitiamo di farvi vedere i fischi presi a Brindisi il 20 Ottobre, con una folla, che sembra lo insegua per insultarlo ad ogni sua tappa! Riproporre Renzi premier, dopo la recente sconfitta politica, si sta rivelando un pericoloso autogol: il PD appare invece miope e pronto ad incappare negli stessi errori del recente passato. Tra gli elettori, nessuno sembra più disposto a credere alle recenti promesse dell’ex sindaco di Firenze, dopo le dimissioni di dicembre 2016. È un’idea assolutamente malsana, quella ripresentare prima delle urne il vecchio premier sconfitto di recente, dopo che gli Italiani ne hanno sancito la mancanza di fiducia. E questo “carrozzone”, ennesima trovata del PD, sembra quasi un tentativo estremo di disgregare definitivamente la sinistra italiana, priva di un programma politico comune e di leader con idee politiche chiare. La Sinistra in genere ed ora il PD si è più volte dimostrato incapace nell’identificare e risolvere i grandi problemi del nostro popolo. Il Pd ha un buco da 9,5 milioni di euro e 184 dipendenti in cassa integrazione: è il buco creato dalla “campagna del Sì” dello scorso dicembre. Il treno è costato ben 400mila euro. Chi non è in grado di gestire le proprie risorse, come può governare quelle del Paese?Violenza degli immigrati in Italia
/in News in home /da Redazione BertotUn Referendum anche per il Piemonte
/in News in home /da Redazione Bertot“Se fossi cittadino lombardo o veneto, andrei sicuramente a votare Sí per permettere a quei territori di avere maggiori risorse da investire e per rendere le istituzioni e il sistema di impresa più competitivi sul piano della produzione e della creazione di reddito”.
Se io fossi cittadino della Lombardia o del Veneto, il 22 ottobre andrei sicuramente a votare per il Sì: in tal modo, si avrebbero nuove prospettive e possibilità di sviluppo. Con l’autonomia di queste due regioni, alle quali vorrei aggiungere il Piemonte per le importanti zone economiche della regione, potrebbero diventare le locomotive per la crescita economica del Paese. I soldi dei cittadini non sarebbero utilizzati per coprire i buchi o le inefficienze del sistema burocratico locale, ma impegnati unicamente in crescita e sviluppo.Strage a Las Vegas: 59 morti e più di 500 feriti
/in News in home /da Redazione BertotÈ successo ancora, l’ennesima strage di innocenti, e invece di definire le cose per ciò che sono, vale a dire un vile attentato terroristico, le istituzioni ed i media con molta cautela, maneggiano la matrice di questo grave episodio che ha colpito per ultimo gli USA.
L’attentatore, più semplice definire terrorista, fino a prova contraria chi compie un atto simile contro civili inermi può e deve essere definito solo così, è un uomo di 64 anni si chiama Stephen Paddock, dopo la strage si è ucciso, aveva con se 23 armi da fuoco. Come accade spesso in questi casi, e come spesso capita anche in Europa, subito si accenna a “presunti” disturbi psichiatrici del criminale, e si cerca sempre di non mettere in evidenza una matrice caratterizzante tutti questi criminali, ma ci arriveremo dopo.
Paddock era definito un allegro pensionato amante dei Casinò e del volo turistico, nessuno vuole però mettere in evidenza il fatto che come dichiarato in un comunicato dell’ISIS, questo uomo poco tempo prima si era convertito all’Islam, sarà un caso, forse ma se è vero che non tutti gli islamici radicali sono terroristi, ultimamente possiamo dire che questo ragionamento non vale al contrario, tutti gli attentati terroristici hanno purtroppo sempre una matrice radicale islamica. Senza andare molto indietro, qualche giorno fa è accaduto a Marsiglia, e poi in Canada e ancora indietro a Barcellona, Parigi, Londra, Bruxelles o da decenni in Israele, dove la problematica con il radicalismo islamico viene continuamente tenuto sotto osservazione.
Oggi si ha la certezza della rivendicazione da parte dell’ISIS, che ha dichiarato esplicitamente che l’attentatore dell’attacco di Las Vegas è un suo soldato, Paddock come detto si era convertito all’Islam prendendo il nome di Samir Al-Hajib.
La polizia federale USA ha da subito definito Paddock uno squilibrato un “lupo solitario” volendo a tutti i costi escludere la pista radicale islamica. Ma questa sappiamo in molti è una strategia che ormai l’ISIS porta avanti da tempo, pensate agli attentati di Nizza, Berlino, faremmo un torto a dimenticarne qualcuno, ma sono troppi, e stiamo perdendo il conto, tutti lupi solitari nel portare avanti gli attentati ma rimangono lo strumento vincente rispetto ad un Occidente incapace di gestire questo grave fenomeno. Ciò che è necessario è essere coscienti che tutti noi, siamo in guerra per difendere i nostri valori, le nostre tradizioni, per combattere ancora una volta per i principi democratici per cui i padri fondatori dei nostri paesi hanno lottato e vinto.