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Le Ong, scafisti e morti in mare

Le ONG rendano pubblici i loro bilanci e vengano specificatamente autorizzate da autorità di pubblica sicurezza internazionale per lo svolgimento di qualunque attività umanitaria in acque internazionali. Sono queste le basi per garantire la piena trasparenze e sicurezza del loro operato. Pochi giorni fa diverse imbarcazioni di Msf, Openarms, Jigendrettet e Sea WatchGuardia sono state intimate a lasciare le acque territoriali libiche dalla Guardia Costiera locale. A detta dell’ammiraglio Ayob Amr Ghasem, le navi delle ONG avrebbero intrattenuto comunicazioni wireless tra di loro almeno mezz’ora prima dell’individuazione dei barconi. A detta delle autorità libiche, la presenza delle ONG a ridosso (e spesso all’interno) delle acque territoriali libiche rende più arroganti e spericolati i trafficanti di uomini, dando loro la certezza di dover percorrere solo poche centinaia di metri in mare prima di consegnare il loro carico di vite alle ONG e tornare indietro per un nuovo carico. Il pm di Catania, Carmelo Zuccaro, che ha parlato dell’esistenza di contatti tra ONG e scafisti, è già finito sotto processo della sinistra, che vuole in tutti i modi negare ciò che appare evidente: questa situazione sta favorendo gli affari dei trafficanti e causando un enorme numero di morti in mare. Si alza dunque di nuovo il polverone che da qualche mese copre di ombre l’operato delle organizzazioni umanitarie: i dubbi sui loro finanziamenti sospetti, il più delle volte non dichiarati e non trasparenti; l’ipotesi che dietro i propositi lodevoli si nasconda anche la volontà di far pressione sulle istituzioni europee per costringerle ad aprire canali legali di immigrazione; e poi ancora l’accusa del pm di Catania, Carmelo Zuccaro, che ha detto di avere le prove dell’esistenza di contatti tra membri delle Ong e scafisti. Infine i dati, che dimostrano come l’attività di salvataggio non solo abbia favorito gli affari dei trafficanti di uomini, ma di fatto ha aumentato il numero di morti in mare. Provocando quel cortocircuito in cui le Onlus sembrano essersi ormai sostituite agli scafisti.

I Jihadisti colpiscono ancora i cristiani copti in Egitto

Sempre più spesso come oggi, ci troviamo costretti a un impietosa conta delle vittime cristiane del terrorismo islamico. Ad essere colpiti, ancora una volta, sono i copti d’Egitto. Una gita in pullman a circa 250 km dal Cairo si è trasformata in un vero e proprio incubo per un gruppo di Cristiani copti. Un commando di jihadisti ha fatto irruzione sul mezzo, forzandoli alla conversione. Di fronte al loro rifiuto, gli islamisti hanno aperto il fuoco con gli ak-47, massacrando 35 persone e ferendone diverse decine. Al-Sisi è riuscito a liberare il popolo egiziano dal giogo dell’islamista Mohammed Morsi, ma questo ha provocato una recrudescenza del fondamentalismo, che si è visto defraudato del potere appena ottenuto. Sorprende il sostanziale disinteresse dei media italiani per un evento così grave, proprio in un momento storico in cui sarebbe necessario un approfondimento sulla situazione dei cristiani in Medio Oriente.

Erdogan spazza via Ataturk

All’islamico estremista Erdogan, che ha fatto strage di Curdi e che finanzia Daesh e Isis comprando loro il petrolio, abbiamo pagato pure la campagna referendaria con i 10 miliardi della UE e lo teniamo come alleato nella NATO. Un atteggiamento, quello dell’Europa nei confronti di quello che molti chiamano “il Sultano” è davvero incomprensibile. Erdogan ha represso completamente ogni tipo di opposizione e, a partire dal fallito golpe (sul quale non conosciamo ancora tutta la verità), ha fatto arrestare decine di migliaia di professori, politici e giornalisti, riducendo al silenzio l’altra metà della Turchia. Buona parte del popolo turco infatti si rispecchia negli ideali laici di Ataturk, che l’ ondata islamista sta cercando di sovvertire in preda al fondamentalismo religioso e al sogno di una nuova grandeur ottomana. Adesso che Erdogan ha vinto di misura il contestato e discutibile referendum costituzionale con quasi tutti i suoi oppositori in galera, quale sarà la reazione dei Governi europei e quella ufficiale dell’UE? Gli daremo anche il Nobel per la Pace??

Aleppo: Sta Perdendo l’Umanità

Conoscere la politica internazionale a volte significa piangere! Le ore passate ad Aleppo e la lunga riunione con il governatore Hussein Dijab mi hanno fatto pensare molto. Cosa possiamo dire a quei bambini che vedono la loro città distrutta, che piangono i loro morti, che applaudono i soldati dell’esercito russo e di quello Siriano, che ritornano a scuola solo da poche settimane? L’impegno militare russo in Siria è stato determinante per liberare Aleppo e Palmira. La lotta al terrorismo islamico (ISIS, DAESH) è una vera e propria guerra…solo sul posto me ne sto rendendo conto. Il trasferimento alla base militare più vicina ad Aleppo e la riunione di due ore con il generale Viktor Kupchishin comandante delle operazioni militari su tutta la Siria sono state molto istruttive sopratutto i dettagli sulle missioni di peace-keeeping e di disarmo dei ribelli. Toccante la cerimonia di commemorazione delle perdite umane durante le operazioni di guerra… Fare politica estera significa prima di tutto informarsi! Forse ONU, UE, OSCE ecc. sono enti inutili costituiti da quegli Stati che per anni hanno ignorato cosa covava sotto la cenere alimentando per interessi geopolitici rivolte e distruzioni? Per una città appena liberata dove le armi sono brandite come fossero telefoni cellulari possiamo davvero dire poco …ma è doveroso riprendere quel dialogo internazionale che avrebbe dovuto impedire tutto questo!

Alla scoperta del Kazakistan e dei suoi progetti

Astana è la capitale del Kazakistan da meno di vent’anni, ma in questo periodo ha fatto progressi strabilianti in tutti i settori. Dalle nuove tecnologie all’edilizia, dalla cultura alle energie rinnovabili, sembra che per i kazaki non ci sia più nulla di impossibile. Qui i cantieri sono al lavoro giorno e notte per completare l’area dell’Expo 2017, che avrà ad oggetto le “Energie del Futuro. Sebbene manchino ancora due anni, è possibile avere una piccola anteprima delle capacità kazake proprio in questi giorni, visitando il loro padiglione presso l’Expo di Milano. Astana è città curiosa e vitale, dove Oriente e Occidente si fondono in un modo peculiare. Insomma, il posto giusto per parlare di Eurasia e di nuovi mercati per le imprese italiane.

Russia, Occidente e Crisi Ucrania. La verità che i media occidentali non vi dicono.

In questi giorni, i Media stanno dando una visione distorta e parziale della Crisi Ucraina. Per questo motivo oggi parteciperò all’incontro di stasera, “Russia, Occidente e Crisi Ucrania. La verità che i media occidentali non vi dicono”, che si terrà nell’Aula del 400 dell’Università degli Studi di Pavia alle ore 20.30. Interverranno anche lo scrittore Nicolai Lilin, l’analista geopolitico Eliseo Bertolaso e Claudio d’Amico, ex parlamentare e membro OSCE. Nel corso dell’incontro, sarà inoltre proiettato un fotoreportage dal Donbass e ascolteremo i testimoni oculari della strage di Odessa del 2 Maggio 2014. Spero di vedervi numerosi, perché la serata si prevede molto interessante e ricca di contenuti lontani dalla comunicazione mainstream.

Settant’anni dalla Conferenza di Yalta

Giornata eccezionale al Palazzo di Livadija di Yalta, in Crimea, dove abbiamo inaugurato il monumento commemorativo della Conferenza di Yalta, che ebbe luogo proprio qui tra il 4 e l’11 Febbraio 1945. Settant’anni fa, a pochi metri da dove mi trovo in questo momento e solo un paio di mesi prima della fine della Seconda Guerra Mondiale, Churchill, Roosvelt (che morirà poche settimane dopo) e Stalin si incontrarono per decidere l’assetto dei paesi europei nel dopoguerra e per accordarsi sulle rispettive zone di influenza in Germania. E’ emozionante osservare i luoghi in cui è stata scritta la storia del nostro continente, ed è un vero onore, dal punto di vista politico e personale, essere stato invitato a partecipare.

Il Terrorismo Islamico colpisce a Parigi

Oggi, 7 Gennaio 2015, il fondamentalismo islamico torna a colpire a Parigi, nel cuore dell’Europa. E’ un momento di profondo dolore, in cui non possiamo fare a meno di offrire tutta la nostra solidarietà al popolo francese. La redazione di Charlie Hebdo, il giornale più irriverente di Francia, è stata decimata da due uomini armati di ak-47, entrati negli uffici del giornale urlando “Allah Akbàr”Nei giorni scorsi, Charlie Hebdo aveva pubblicato alcune vignette satiriche su Maometto, attirandosi le ire di buona parte della comunità islamica francese. Pochi mesi fa, la stessa rivista aveva pubblicato anche immagini che mettevano alla berlina cristianesimo ed ebraismo.

Terrorismo Islamico colpisce Parigi

Oltre ai 12 collaboratori della rivista, i terroristi hanno ucciso due poliziotti e altre tre persone nei dintorni della sede. La “grandeur” e il governo Hollande si sono dimostrati del tutto inadeguati a fronteggiare il pericolo islamico, anche perché gli assassini sono stati in grado di colpire in pieno giorno e dileguarsi poi dal centro cittadino quasi indisturbati. L’ISIS sembra oggi in grado di colpire ovunque, anche in pieno territorio europeo, grazie alla forte propaganda via web che permette allo stato islamico di radicalizzare le seconde e le terze generazioni dei nuovi cittadini dell’UE. Quest’oggi abbiamo imparato una lezione, e lo abbiamo fatto nel modo più doloroso: dovremo lottare con tutte le forze per la preservazione dei nostri valori. La libertà di stampa e di satira, anche quando quest’ultima può risultare sgradevole od offensiva, deve sempre essere garantita. Dalla vicenda di Charlie Hebdo dovrebbero trarre insegnamento tutti i paesi europei.