Il problema dei clandestini sarà al centro della prossima legislatura
Le espulsioni dei clandestini in Italia dovranno essere al centro dei provvedimenti della prossima legislatura. Ha ragione il centrodestra a porre l’attenzione ad un problema che, con l’accoglienza senza limiti di Matteo Renzi, si è amplificato a dismisura, diventando una vera e propria emergenza. Senza un piano di larghi rimpatri e di espulsioni, difficilmente di potrà arginare il fenomeno.
L’Italia conta oltre 600 mila clandestini, che non hanno diritto all’asilo ed alla protezione internazionale: per il loro rimpatrio, se consideriamo il costo individuale che oscilla tra i 3 ed i 4mila euro, si può preventivare una spesa complessiva che si aggira attorno ai 2 milioni di euro. Questa cifra, è un vero affare, se consideriamo che per l’accoglienza, l’Italia ha speso ben 10 miliardi negli ultimi tre anni.
Il piano rimpatri promosso dal centrodestra, che mira a portare i 600mila stranieri nei loro Paesi di origine, si rivela una soluzione efficace e, relativamente, a buon prezzo, per risolvere il problema dei clandestini. Le risorse del piano rimpatri potrebbero essere utilizzato per mettere in moto la macchina burocratica per la velocizzazione delle pratiche di accompagnamento nei loro Paesi di origine.
La spesa annuale per l’accoglienza è in realtà una semplice “presa in carico” del clandestino, che vengono assorbite dai cosiddetti “faccendieri della solidarietà” (cooperative sociali, ong e onlus) pronti a dividersi, in maniera omogenea, quello che è diventato un vero e proprio mercato. La quota stanziata per ogni immigrato è di 35 euro al giorno più iva, e comprende, oltre a vitto ed alloggio, anche abbigliamento, assistenza sociale, linguistica e psicologica e sanitaria.
In questo contesto vanno anche ad inserirsi una serie di spese supplementari estremamente onerose: quella dei traduttori durante i colloqui di chi chiede asilo, quella degli Spar, i Servizi Protezione Richiedenti Asilo Rifugiati, destinati ai singoli comuni; le spese straordinarie per la manutenzione e la gestione dei vari hotspot; quello dei diversi programmi di istruzione e terzo settore. Un piano espulsioni massivo e rapido riuscirebbe in poco tempo a contenere le spese e affrontando nel migliore dei modi il drammatico fenomeno dell’immigrazione, con un approccio realista e solidale, ma comunque sostenibile.