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centrodestra prima coalizione del paese

Elezioni 2018: Il centrodestra è la prima coalizione del Paese

Il centrodestra è la prima coalizione, secondo i dati che potete monitorare qui. Le elezioni politiche hanno evidenziato come gli elettori abbiano dato al centro destra la fiducia necessaria per “rimettere in moto” il Paese. Il crollo di Renzi evidenzia il fallimento politico della sinistra che, dopo anni di Governo, non ha saputo comprendere che si avvicinava l’ora della resa, per certi versi analoga alle altre forze di sinistra nei principali Paesi europei. Gli elettori, stanchi e sfiduciati dal Governo di Renzi e Gentiloni, hanno scelto nella giornata di ieri una nuova politica, meno incline a pavoneggiarsi davanti ai tanti salotti televisivi, nei quali abbondano dibattiti e tecnicismi che spesso annoiano chi guarda. La gente, invece, cerca oggi una politica più vicina ai problemi reali del Paese, disponibile a parlare direttamente o anche sui social network di lavoro, immigrati, decoro delle periferie, contrasto alla microcriminalità. Chi vuole governare il Paese deve oggi dimostrare di saper vivere al fianco degli elettori, ascoltando i loro problemi; le discussioni sulle tematiche più “lontane” come politica economia o situazione delle banche, stanno lentamente lasciando lasciare il passo al buonsenso e alle persone, alle prese con problemi legati alla vita quotidiana. La coalizione di centrodestra , Berlusconi –  Salvini – Meloni creata dalle capacità politiche del Cavaliere, ha saputo imporsi con un programma politico davvero convincente ed è pronto per garantire una rinascita armoniosa del Paese. In attesa dei numeri definitivi, tuttavia, ora si comprende come la vera difficoltà sia quella di creare un Governo stabile. Con la sinistra in fuorigioco, la palla passa ora a centrodestra e Movimento 5 stelle: molto del futuro del Paese dipenderà dalle idee degli eletti e dalle decisioni del Presidente Mattarella, che avrà il compito di verificare, numeri alla mano, chi avrà davvero la possibilità di governare.
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Il problema dei clandestini sarà al centro della prossima legislatura

Le espulsioni dei clandestini in Italia dovranno essere al centro dei provvedimenti della prossima legislatura. Ha ragione il centrodestra a porre l’attenzione ad un problema che, con l’accoglienza senza limiti di Matteo Renzi, si è amplificato a dismisura, diventando una vera e propria emergenza. Senza un piano di larghi rimpatri e di espulsioni, difficilmente di potrà arginare il fenomeno. L’Italia conta oltre 600 mila clandestini, che non hanno diritto all’asilo ed alla protezione internazionale: per il loro rimpatrio, se consideriamo il costo individuale che oscilla tra i 3 ed i 4mila euro, si può preventivare una spesa complessiva che si aggira attorno ai 2 milioni di euro. Questa cifra, è un vero affare, se consideriamo che per l’accoglienza, l’Italia ha speso ben 10 miliardi negli ultimi tre anni. Il piano rimpatri promosso dal centrodestra, che mira a portare i 600mila stranieri nei loro Paesi di origine, si rivela una soluzione efficace e, relativamente, a buon prezzo, per risolvere il problema dei clandestini. Le risorse del piano rimpatri potrebbero essere utilizzato per mettere in moto la macchina burocratica per la velocizzazione delle pratiche di accompagnamento nei loro Paesi di origine. La spesa annuale per l’accoglienza è in realtà una semplice “presa in carico” del clandestino, che vengono assorbite dai cosiddetti “faccendieri della solidarietà” (cooperative sociali, ong e onlus) pronti a dividersi, in maniera omogenea, quello che è diventato un vero e proprio mercato. La quota stanziata per ogni immigrato è di 35 euro al giorno più iva, e comprende, oltre a vitto ed alloggio, anche abbigliamento, assistenza sociale, linguistica e psicologica e sanitaria. In questo contesto vanno anche ad inserirsi una serie di spese supplementari estremamente onerose: quella dei traduttori durante i colloqui di chi chiede asilo, quella degli Spar, i Servizi Protezione Richiedenti Asilo Rifugiati, destinati ai singoli comuni; le spese straordinarie per la manutenzione e la gestione dei vari hotspot; quello dei diversi programmi di istruzione e terzo settore. Un piano espulsioni massivo e rapido riuscirebbe in poco tempo a contenere le spese e affrontando nel migliore dei modi il drammatico fenomeno dell’immigrazione, con un approccio realista e solidale, ma comunque sostenibile.
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Scuola e Sanità: più libertà ed efficienza nel programma del centro destra

L’importanza della scuola viene ribadita nel programma politico del centro destra per le prossime elezioni, con il quale Berlusconi punta, in primis, al rilancio economico del Paese con la flat tax al 23%. Una scuola di qualità oggi crea dei professionisti che domani saranno in grado di inserirsi nel mondo economico del Paese, creando i presupposti per un solido sviluppo. Le famiglie devono essere libere di poter scegliere il meglio per i propri figli valutando la migliore offerta educativa. Il pubblico ed il privato devono poter viaggiare su binari paralleli, con appositi incentivi per la competizione tra le stesse. Le “anomalie e le storture” del Buono scuola dovranno essere abolite. Viene ribadita la centralità, nel processo formativo dello studente, del rapporto tra l’insegnante e l’allievo; i docenti più in gamba verranno valorizzati con un apposito sostegno all’aggiornamento ed alla meritocrazia. Al docente viene assicurato un ruolo centrale, basato sulla professionalità e sulla qualità del lavoro svolto. Verrà introdotto un sistema meritocratico, con incentivi per l’aggiornamento professionale. Il precariato non avrà più ragione di esistere e verrà progressivamente abolito. L’università italiana è un patrimonio nazionale e va rilanciata, deve tornare ad essere piattaforma primaria per l’informazione.   Un piano di edilizia scolastica riuscirà per la realizzazione di edifici efficienti, moderni e funzionali. In tutto il Paese, molti immobili adibiti a scuole necessitano di opere per la messa in sicurezza o la ristrutturazione delle aree di uso pubblico. Verrà sostenuto l’associazionismo sportivo, che verrà finalmente considerato strumento di crescita sociale. Parallelamente all’istruzione, il centro destra ha voluto includere nel programma alcuni punti relativi alla sanità pubblica, che i recenti governi stanno rendendo inefficiente a suon di tagli. Anche per la sanità, le famiglie dovranno avere la massima libertà di scegliere dove curarsi e, nel contempo, il governo incentiverà la competizione pubblico – privato, che porterà ad ottenere indubbi benefici. Il medico – il quale, come l’insegnante, verrà valorizzato con un sistema meritocratico – avrà la massima responsabilità nel rapporto con il paziente.
I Pensionati non devono patire la fame, la soluzione nel programma di Forza Italia

I Pensionati non devono patire la fame, la soluzione nel programma di Forza Italia

Uno dei punti di maggiore interesse nel programma politico del centro destra è quello di proporre soluzioni al fine di porre rimedio alle difficili condizioni economiche in cui vertono oggi gli anziani. I pensionati di oggi sono ex lavoratori che hanno versato regolarmente i contributi per tutto l’arco della loro vita, ma si ritrovano a dover sopravvivere con una pensione da fame, vittime di una normativa pensionistica del tutto inadeguata. Già da tempo il Comitato dei Diritti sociali del Consiglio d’Europa ha manifestato il proprio disappunto, evidenziando come in Italia “l’ammontare minimo delle pensioni versate alle persone anziane è manifestamente insufficiente per una gran parte di loro perché si situa al di sotto della soglia di povertà”. Inoltre è stato rappresentato come “la questione delle pensioni minime, ma anche quella della mancanza di un approccio globale e coordinato per combattere la povertà e l’emarginazione sociale, sono due questioni che meritano una particolare attenzione da parte del Paese”. Tra i programmi delle diverse forze politiche che vengono proposti di questi giorni, quello di Forza Italia è indubbiamente il più attento alle condizioni economiche dei pensionati, mettendo in programma l’aumento a mille euro delle pensioni più basse. Berlusconi già nel 2001 ha lavorato per l’aumento degli assegni minimi ai pensionati a un milione di lire, del quale beneficiarono quasi due milioni di ex lavoratori. I requisiti necessari erano l’età minima di 70 anni ed un reddito personale – ad esclusione di quello derivante dall’abitazione principale – non superiore a 6,714 euro anni, incrementati dall’assegno sociale, nel caso di coniugi. Se i criteri fossero gli stessi anche per il 2018, il nuovo Governo dovrà stanziare 10 miliardi di euro. Un onere decisamente impegnativo, che dimostra la volontà di assicurare una vita dignitosa a tutti gli italiani che hanno lavorato duramente per tanti anni contribuendo in maniera determinante allo sviluppo economico del Paese.
Il programma del centrodestra convince gli italiani

Il programma del centrodestra convince gli italiani

I sondaggi più recenti mostrano come il centrodestra cresca ancora, acquistando la fiducia dei propri elettori, Il programma del centro destra convince fgli Italiani. Il merito è probabilmente quello di aver firmato un programma politico credibile, che viene percepito come più affidabile e di maggior qualità rispetto a quello di quello delle altre coalizioni. Secondo un recente rilevamento promosso dal Huffington Post, infatti, il centrodestra – con particolare riferimento all’ala moderata si rivela convincente, a danno dei diretti avversari, in particolare del PD che scende inesorabilmente al 22%. Particolare rilevanza viene dato al tema della politica economica, che si dimostra coerente e sostenibile, sostenuto da coperture credibili. L’idea del centro destra è sostanzialmente in contrapposizione con quelle di PD e Movimento 5 Stelle, in quanto basata su una profonda riforma strutturale. La Flat Tax rappresenta un importante punto di svolta per l’intero sistema fiscale, in quanto le famiglie avrebbero ben chiaro il livello di tassazione al quale andranno incontro e verranno incentivati a produrre più reddito. Inoltre, si allargherebbe la platea di potenziali investitori, così da assicurare la creazione nuovi posti di lavoro anche in aree del territorio ove la disoccupazione è molto alta. L’aliquota del 23% è una proposta intelligente ed estremamente pragmatica: il gettito fiscale si manterrà inalterato, autofinanziando la riforma. La pressione fiscale invece si ridurrà proporzionalmente con la crescita del reddito, con stime di un punto l’anno nel corso della legislatura, parallelamente alla spesa. La “pressione dello Stato” si ridurrebbe, aprendo le porte a nuove forme di investimento e all’aumento dei consumi. Se portata a termine, la riforma proposta è la migliore soluzione per ottenere il maggior rigore di bilancio, quindi è quella più vicina all’Europa. Nessuna categoria è stata trascurata: l’aumento a 1000 euro delle pensioni minime, più volte affermato da Berlusconi, potrebbe migliorare le condizioni di vita di tanti anziani costretti a sopravvivere percependo un reddito pensionistico davvero esiguo, dando nuova ninfa ai consumi.
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Flat tax e sconti, Irpef al 23%: Forza Italia punta al rilancio economico

È di Forza Italia la più rivoluzionaria idea di riforma del sistema fiscale, che pone le basi per un serio rilancio della nostra economia, attaverso il concetto della Flat Tax. Pagare meno, pagare tutti senza troppe complicazioni legate a tasse e balzelli che opprimono il contribuente e allontanano gli investitori. Alla vigilia delle elezioni politiche 2018, ci sono alcuni importanti impegni che il partito vuole portare a termine nel prossimo governo, in grado di favorire famiglie ed imprese.

Perché la Flat Tax è la soluzione ideale

La riforma del sistema tributario prevede l’introduzione di un’unica aliquota fiscale per le persone fisiche e giuridiche. Chi guadagna poco verrà tutelato con l’introduzione di una no tax area e con un’esenzione totale sotto una determinata soglia. Verranno abolite imposta di successione e sulle donazioni., e cancellate tutte le pendenze fiscali degli italiani. Negli ultimi anni, l’introduzione della Flat tax ha consentito a diversi Paesi dell’est europeo di accelerare la crescita economica nazionale.

L’aliquota della Flat Tax

Berlusconi ha previsto di partire già nel 2018 con una flat tax del 23% e, nei prossimi anni, di abbassarla fino al 15-20%; la no tax area dovrebbe scende fino a 12 mila euro. La pressione fiscale si ridurrà consentendo maggiore liquidità economica alle famiglie, incrementando nel contempo le possibilità di creare nuove imprese e nuovi posti di lavoro.

I costi della Flat Tax

I costi stimati rivoluzionaria si attestano intorno i 50 miliardi l’anno, senza gravare ulteriormente sul bilancio pubblico. Le coperture verranno garantire dalla semplificazione delle tante deduzioni e detrazioni che oggi costano all’erario 171 miliardi senza produrre risultati apprezzabili, e dalla lotta all’evasione fiscale, il cui gettito stimato in Italia è di oltre 107 miliardi. Un sistema fiscale più efficiente ad aliquota unica più bassa riuscirebbe infatti all’emersione del sommerso, garantendo risorse di oltre 20 miliardi di euro. La progressività dell’imposizione fiscale, prevista dall’art. 53 della nostra Costituzione, verrà garantita da un sistema di deduzioni in grado di favorire, in particolare, i redditi medio-bassi. Verranno inoltre portati a termine la cartolarizzazione dei beni confiscati alla mafia, ed un piano, da 5 miliardi l’anno per 5 anni, destinato alla lotta contro la povertà.

I vantaggi della Flat tax

Con la Flat tax ogni contribuente saprà esattamente quanto pagare, senza necessità di rivolgersi ad un professionista e senza possibilità di errore. Nel programma di governo di Forza Italia si evidenzia come «Le prove empiriche e le esperienze internazionali mostrano come efficienza e semplificazione fiscale comportino un aumento di gettito».
Berlusconi è pronto a Governare elezioni 2018

Berlusconi è pronto a Governare, con ampi consensi anche dai leader Europei

Le recenti dichiarazioni di Berlusconi lasciano intendere grande sicurezza: nonostante la situazione politica manifesti incertezza, con forze politiche di sinistra, destra ed anche il M5S che tendono ad equivalersi, il gruppo di Centro Destra è quello più sicuro, compatto, pronto…Berlusconi è pronto a Governare. A Sinistra, la situazione appare disastrosa, con una possibile coalizione sempre più sfiancata e frammentata dal susseguirsi di sconfitte di Renzi all’abbandono di Grasso. Il Rosatellum richiede coalizioni strategiche: tuttavia, se la situazione politica si rivelasse particolarmente intricata, Berlusconi, con l’assenso del Quirinale, sembra essere disponibile ad una pausa istituzionale. Apparso in formissima nelle recenti apparizioni, Berlusconi ha risposto a Salvini, apparso furioso con FI per la mancanza di sostegno alla legge Molteni, che garantirebbe sconto di pena per i reati più gravi: Non dovete sopravvalutare i capricci di Salvini” ha voluto precisare il Cavaliere “quando ci si siede al tavolo è ragionevole e sa cambiare idea e non ho alcun dubbio sulla possibilità, come accadde con la Lega di Bossi dopo il primo momento nel ’94, di poter governare stabilmente per cinque anni“. Storicamente, Silvio Berlusconi è stato artefice di sorprendenti recuperi in campagna elettorale, trovando le giuste risposte alle situazioni politiche più complesse. Ha, ad esempio, volutamente mantenuto le distanze sulla vicenda che vede coinvolte le banche ed il sottosegretario Elena Maria Boschi, che sta scuotendo il PD: il ruolo del Cavaliere è in primis quello di evitare “toni strillati”, lasciandoli a M5S e Lega, che sicuramente non aiutano a creare stabilità politica del Paese. Inoltre, con la sua posizione moderata sulla vicenda, ha voluto creare un’immagine di responsabilità istituzionale e mandare messaggi tranquillizzanti all’Europa. I grandi leader europei ne apprezzano l’intelligenza politica e, nel recente incontro a Bruxelles per il vertice del Ppe e per la riunione del Consiglio europeo, ha ottenuto un’ottima accoglienza anche da Angela Merkel.
renzi e bankitalia

Renzi e Bankitalia, un vero salto mortale

Il caso Bankitalia si è rivelata l’ennesima dimostrazione di come Renzi ed il suo carrozzone siano a fine legislatura e tentino un tandem di avvicendamenti/prospettive di alleanza per ancorarsi, in qualche modo, al potere. Legge elettorale, legge di bilancio, Ius Soli, è evidente come un ex premier sia in prima linea pronto a sparare “fuochi d’artificio” privi di una vera logica di Governo, il dilemma Renzi e Bankitalia…risultano un vero salto mortale! Dopo l’attacco a Visco, persino Eugenio Scalfari di Repubblica è sembrato turbato ed ha addirittura consigliato a Renzi «la visita di un neurologo»; in realtà, per il segretario del PD è sembrata un’ipotesi logica, con la quale ha potuto evitare qualsiasi azione negativa da coloro che, in piena campagna elettorale, avrebbe potuto metterlo in cattiva luce. Con l’attacco a Visco, l’ex Premier è riuscito inoltre a rendere la vita difficile a Mario Draghi, che voleva evitare discontinuità a Palazzo Koch in un momento di evidente debolezza politica, ed al Premier Gentiloni, ora costretto ad assumersi le responsabilità di scelta, creando una situazione nella quale la propria autorevolezza sembra quasi messa in discussione proprio dal suo governo. La situazione creata con Bankitalia è stato, per Renzi, un vero e proprio salto mortale: con la legge dei 2005, il potere di proporre i nomi tra i quali scegliere il governatore è passato al Governo, e Gentiloni è ora costretto ad ascoltare il principale partito della propria coalizione, e la maggioranza, che chiedono proprio “discontinuità”, bloccando un meccanismo che coinvolgeva Bce, Quirinale e Palazzo Chigi.

Renzi e Bankitalia:

Nonostante la riconferma di Visco sembra tutt’oggi l’ipotesi più probabile (rumors dell’ultim’ora lo danno come riconfermato governatore per altri sei anni) il tentativo di Renzi è riuscito a metterne in discussione l’operato di Bankitalia, con evidenti buchi nell’esercizio di vigilanza sui tanti scandali bancari che si sono succeduti in questi ultimi anni. Tuttavia, un secondo mandato al governatore di Bankitalia attesterebbe la sconfitta renziana, minando la propria leadership all’interno del partito. È possibile che, per evitare ulteriori tensioni, Premier e Capo dello Stato ripieghino su un nome diverso comunque vicino a Palazzo Koch. Dopo Bankitalia, l’obiettivo del segretario del PD è probabilmente quello del proprio rilancio di immagine come uomo di sinistra con lo Ius Soli, che lo porterebbe comunque a mettersi contro le ire di tanti elettori. Un ennesimo salto mortale alla vigilia delle elezioni?

Il futuro della nazione deve essere deciso da una classe politica competente

Con le prossime elezioni 2018, sta per iniziare una nuova stagione politica, che si rivelerà determinante per il futuro del Paese. Sono davvero tanti i nodi da sciogliere: il futuro della nostra economia, ed il legame, a volte controverso, con l’Europa di Bruxelles; la disoccupazione, vera emergenza sociale che interessa, in modo particolare, il meridione; l’immigrazione, che spesso viene identificata solo come problematica strettamente italiana quando, in realtà, i confini marittimi sono quelli dell’UE; l’ordine e la sicurezza pubblica, messa spesso a repentaglio in ogni città d’Italia. La classe politica italiana si è rivelata, in questi ultimi anni, incapace di governare, incompetente e faziosa nel tentativo di risolvere problemi interni, ed inconcludente nelle attività di politica estera. Gli uomini di Governo e le maggioranze parlamentari, per molti anni, sono stati diversi da quelli scelti dagli elettori. Hanno fallito le facce nuove della sinistra, con tante promesse, e tante parole, che non hanno trovato riscontro nei fatti. I nuovi partiti politici, così attenti a contestare ed a mostrarsi, volutamente, lontani dalle logiche di Montecitorio, sono incapaci di proporre politici d’esperienza competenti ed autorevoli, in grado di portare avanti programmi credibili. Non è più tempo delle “facce nuove”, di persone totalmente scollegate dalla realtà, incapaci di proporre soluzioni concrete; è il momento, invece, di proporre programmi politici: una vera e propria lista di idee e soluzioni per poter “rimettere in moto il Paese” rendendo competitivo il mondo del lavoro, valorizzando le nostre imprese e le nostre città. Soluzioni per riportare sicurezza sulle nostre strade, controllando il fenomeno migratorio. L’idea è quella di scegliere Berlusconi Presidente, l’uomo di grande esperienza che con le sue capacità politiche ed imprenditoriali è riuscito, negli anni di Governo, a proporre tante innovative soluzioni (Pacchetto Sicurezza, abolizione ICI, sostegno al reddito, pensioni) portando a termine tante riforme (Università, scuole, processo Civile, Pubblica Amministrazione). Chi è venuto dopo, non è stato in grado di fare altrettanto. Un nuovo Governo Berlusconi rimetterebbe lo Stato al servizio dei cittadini, introducendo una nuova economia di mercato ed una valida concorrenza per le imprese. Meno tasse e più lavoro; è questa la ricetta per ripartire. È quello che ci chiede ora l’Italia, non c’è altro tempo da perdere.