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Elezioni 2018: Il centrodestra è la prima coalizione del Paese

Il centrodestra è la prima coalizione, secondo i dati che potete monitorare qui. Le elezioni politiche hanno evidenziato come gli elettori abbiano dato al centro destra la fiducia necessaria per “rimettere in moto” il Paese. Il crollo di Renzi evidenzia il fallimento politico della sinistra che, dopo anni di Governo, non ha saputo comprendere che si avvicinava l’ora della resa, per certi versi analoga alle altre forze di sinistra nei principali Paesi europei. Gli elettori, stanchi e sfiduciati dal Governo di Renzi e Gentiloni, hanno scelto nella giornata di ieri una nuova politica, meno incline a pavoneggiarsi davanti ai tanti salotti televisivi, nei quali abbondano dibattiti e tecnicismi che spesso annoiano chi guarda. La gente, invece, cerca oggi una politica più vicina ai problemi reali del Paese, disponibile a parlare direttamente o anche sui social network di lavoro, immigrati, decoro delle periferie, contrasto alla microcriminalità. Chi vuole governare il Paese deve oggi dimostrare di saper vivere al fianco degli elettori, ascoltando i loro problemi; le discussioni sulle tematiche più “lontane” come politica economia o situazione delle banche, stanno lentamente lasciando lasciare il passo al buonsenso e alle persone, alle prese con problemi legati alla vita quotidiana. La coalizione di centrodestra , Berlusconi –  Salvini – Meloni creata dalle capacità politiche del Cavaliere, ha saputo imporsi con un programma politico davvero convincente ed è pronto per garantire una rinascita armoniosa del Paese. In attesa dei numeri definitivi, tuttavia, ora si comprende come la vera difficoltà sia quella di creare un Governo stabile. Con la sinistra in fuorigioco, la palla passa ora a centrodestra e Movimento 5 stelle: molto del futuro del Paese dipenderà dalle idee degli eletti e dalle decisioni del Presidente Mattarella, che avrà il compito di verificare, numeri alla mano, chi avrà davvero la possibilità di governare.
Il programma del centrodestra convince gli italiani

Il programma del centrodestra convince gli italiani

I sondaggi più recenti mostrano come il centrodestra cresca ancora, acquistando la fiducia dei propri elettori, Il programma del centro destra convince fgli Italiani. Il merito è probabilmente quello di aver firmato un programma politico credibile, che viene percepito come più affidabile e di maggior qualità rispetto a quello di quello delle altre coalizioni. Secondo un recente rilevamento promosso dal Huffington Post, infatti, il centrodestra – con particolare riferimento all’ala moderata si rivela convincente, a danno dei diretti avversari, in particolare del PD che scende inesorabilmente al 22%. Particolare rilevanza viene dato al tema della politica economica, che si dimostra coerente e sostenibile, sostenuto da coperture credibili. L’idea del centro destra è sostanzialmente in contrapposizione con quelle di PD e Movimento 5 Stelle, in quanto basata su una profonda riforma strutturale. La Flat Tax rappresenta un importante punto di svolta per l’intero sistema fiscale, in quanto le famiglie avrebbero ben chiaro il livello di tassazione al quale andranno incontro e verranno incentivati a produrre più reddito. Inoltre, si allargherebbe la platea di potenziali investitori, così da assicurare la creazione nuovi posti di lavoro anche in aree del territorio ove la disoccupazione è molto alta. L’aliquota del 23% è una proposta intelligente ed estremamente pragmatica: il gettito fiscale si manterrà inalterato, autofinanziando la riforma. La pressione fiscale invece si ridurrà proporzionalmente con la crescita del reddito, con stime di un punto l’anno nel corso della legislatura, parallelamente alla spesa. La “pressione dello Stato” si ridurrebbe, aprendo le porte a nuove forme di investimento e all’aumento dei consumi. Se portata a termine, la riforma proposta è la migliore soluzione per ottenere il maggior rigore di bilancio, quindi è quella più vicina all’Europa. Nessuna categoria è stata trascurata: l’aumento a 1000 euro delle pensioni minime, più volte affermato da Berlusconi, potrebbe migliorare le condizioni di vita di tanti anziani costretti a sopravvivere percependo un reddito pensionistico davvero esiguo, dando nuova ninfa ai consumi.
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Berlusconi e la flat tax: ecco cosa serve davvero all’Italia

Nelle recenti apparizioni, Silvio Berlusconi è apparso nuovamente in forma e pronto proporre la ricetta ideale per far ripartire il Paese, che deve puntare oggi ad una vera e propria rivoluzione fiscale, partendo dal concetto della Flat Tax. Lo stato di oppressione fiscale in cui viviamo, basato su numerose tasse e balzelli che pesano come un macigno sulla crescita economica e sulla salute delle singole attività, dovrà presto concludersi. Il Cavaliere ha annunciato da tempo che punterà alla cosiddetta flat tax, con un’aliquota più bassa di quella attuale ed inferiore dunque al 23%. Proporre meno tasse per tutti (in particolare, per chi paga e produce) potrebbe stimolare la crescita economica e ridurre l’evasione fiscale. Oggi ci sono tasse altissime” ha sottolineato Berlusconi «ed è difficilissimo compilare il modulo 730. La flat tax dovunque è stata applicata ha dato risultati straordinari. Ci sarà un modulo da una pagina e non più di sedici pagine». Ricorda inoltre che «la flat tax è stata applicata in più di 60 Paesi” e che in tema di lavoro proporrà “zero contributi per sei anni a chi assume a tempo indeterminato». I più scettici criticano il fatto che non esistano prove certe sull’effettiva efficacia della tassazione unica; tuttavia, il successo appare garantito. Ad Hong Kong la flat tax venne introdotta nel secondo dopoguerra, determinando un forte successo economico; nelle tre Repubbliche baltiche Lituania, Lettonia ed Estonia, fu invece decisa nel 1994, creando i presupposti per uno dei tassi di crescita più alti d’Europa. Molto positiva l’esperienza anche in Russia, ove è stata introdotta nel 2001. La flat tax porterà ad una riduzione delle tasse da pagare ed una diminuzione delle entrate fiscali stimata, per l’Italia, intorno ai 95 miliardi. Forza Italia prevede che la maggior parte di questi introiti saranno recuperati dall’evasione, che si ridurrà in quanto, con tale aliquota, eludere il fisco più difficile e meno conveniente. Inoltre, l’introduzione dell’aliquota unica più bassa potrebbe dare nuova linfa ai mercati ed attirare i capitali degli investitori esteri. Numerosi i consensi sulla proposta, provenienti da tutto il mondo: tra i più autorevoli, quello di Bill Emmott, ex direttore dell’Economist da sempre molto critico sul Cavaliere (nel 2001 fu autore della famosa copertina su ‘Berlusconi unfit to lead Italy’ – inadatto a guidare l’Italia). Emmot ritiene che la flat tax possa rivelarsi una soluzione adeguata ai problemi economici del nostro Paese, considerando che «l’evasione delle tasse è un grandissimo problema per l’Italia e un’imposta sul reddito semplificata con una sola aliquota, pagata da chiunque guadagni oltre un determinato importo, sembra una buona idea in queste condizioni. L’evasione fiscale crea enormi problemi ai conti pubblici italiani e fa ricadere un onere troppo pesante su tutti quelli che non sono in grado di evadere le tasse, perché lavoratori dipendenti o pensionati, riducendo la loro capacità di consumo e mettendo in moto un circolo vizioso che porta alla stagnazione dell’economia. Dopo 20 anni di sottosviluppo economico rispetto ai partner europei, mi sembra che sia arrivata l’ora di riforme radicali».
Berlusconi è pronto a Governare elezioni 2018

Berlusconi è pronto a Governare, con ampi consensi anche dai leader Europei

Le recenti dichiarazioni di Berlusconi lasciano intendere grande sicurezza: nonostante la situazione politica manifesti incertezza, con forze politiche di sinistra, destra ed anche il M5S che tendono ad equivalersi, il gruppo di Centro Destra è quello più sicuro, compatto, pronto…Berlusconi è pronto a Governare. A Sinistra, la situazione appare disastrosa, con una possibile coalizione sempre più sfiancata e frammentata dal susseguirsi di sconfitte di Renzi all’abbandono di Grasso. Il Rosatellum richiede coalizioni strategiche: tuttavia, se la situazione politica si rivelasse particolarmente intricata, Berlusconi, con l’assenso del Quirinale, sembra essere disponibile ad una pausa istituzionale. Apparso in formissima nelle recenti apparizioni, Berlusconi ha risposto a Salvini, apparso furioso con FI per la mancanza di sostegno alla legge Molteni, che garantirebbe sconto di pena per i reati più gravi: Non dovete sopravvalutare i capricci di Salvini” ha voluto precisare il Cavaliere “quando ci si siede al tavolo è ragionevole e sa cambiare idea e non ho alcun dubbio sulla possibilità, come accadde con la Lega di Bossi dopo il primo momento nel ’94, di poter governare stabilmente per cinque anni“. Storicamente, Silvio Berlusconi è stato artefice di sorprendenti recuperi in campagna elettorale, trovando le giuste risposte alle situazioni politiche più complesse. Ha, ad esempio, volutamente mantenuto le distanze sulla vicenda che vede coinvolte le banche ed il sottosegretario Elena Maria Boschi, che sta scuotendo il PD: il ruolo del Cavaliere è in primis quello di evitare “toni strillati”, lasciandoli a M5S e Lega, che sicuramente non aiutano a creare stabilità politica del Paese. Inoltre, con la sua posizione moderata sulla vicenda, ha voluto creare un’immagine di responsabilità istituzionale e mandare messaggi tranquillizzanti all’Europa. I grandi leader europei ne apprezzano l’intelligenza politica e, nel recente incontro a Bruxelles per il vertice del Ppe e per la riunione del Consiglio europeo, ha ottenuto un’ottima accoglienza anche da Angela Merkel.
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Abbattiamo la tassazione insostenibile: la flat tax

La vera priorità del Paese è indubbiamente una tassazione insostenibile, serve una flat tax,  è urgente introdurre una profonda riforma fiscale, che possa consentire la ripartenza della grande e della piccola impresa, così da poter creare nuovi posti di lavoro e garantire una crescita economica adeguata alle effettive potenzialità della nazione. Negli Stati Uniti, Trump è riuscito in breve tempo a rendere operativa una riforma fiscale da 1500 miliardi di dollari, partita dal taglio delle tasse ad imprese e persone, con l’abbattimento delle aliquote alle imprese dal 35% al 20%. In Italia, la nostra prerogativa non può che essere analoga: la riduzione di tante tasse e balzelli, con l’introduzione di una unica flat tax: un’imposta fissa, assestata intorno 20%, che possa rivoluzionare il nostro sistema economico e rendere più sostenibile il carico fiscale. Pagare di meno, pagare tutti, pagare una sola tassa con la certezza di non sbagliare sull’entità del versamento. Nel mio impegno politico ho inquadrato delle azioni da fare in un corretto programma di Governo. In Colombia, è stata introdotta una flat tax al 20% e sono state eliminate iva e dazi doganali per favorire importazioni ed esportazioni. Le imprese hanno reagito investendo 400 milioni di euro, con un interscambio commerciale che è lievitato a 1,3 miliardi di euro l’anno, toccando cifre superiori a quelle dei Paesi europei molto più sviluppati economicamente. La Colombia secondo il Global Competitive Index, ha un altissimo indice di stabilità ed un rating superiore a quello italiano. In Colombia hanno investito Tenaris, produttrice di tubi, ma anche Enel, Lavazza e Pirelli. Tra le italiane, sono anche presenti Fca, Iveco, Piaggio, Saipem, Salini Impregilo, Illy, Ferrero, Cirio, Barilla, De Cecco, Generali: imprese che forse, con adeguate condizioni fiscali, potrebbero creare qui in Italia migliaia di posti di lavoro, senza avere la necessità di delocalizzare all’estero. Berlusconi propose la flat tax già nel 1994 e ci lavoro con l’esperto di economia Antonio Martino, allievo ed amico del premio Nobel Milton Friedman; tuttavia, gli alleati di allora vanificarono gli sforzi e non fu possibile mettere in atto il progetto. Stavolta la situazione è diversa, perché in tanti sono convinti che rivoluzionando il fisco si possa riportare l’Italia nella posizione economica che davvero merita. Finché non si riuscirà ad intervenire in maniera energica per l’abbattimento della tassazione insostenibile, è illusorio pensare che l’Italia possa ripartire.
Berlusconi si impegna ad aiutare gli anziani programma per le prossime elezioni

Le condizioni economiche degli anziani: una vera e propria emergenza sociale

Quali sono oggi le condizioni dei nostri anziani? Quali sono le condizioni economiche degli anziani… pessime, purtroppo, e non soltanto per possibili problemi di salute, ma anche per l’impossibilità di mantenersi e vivere serenamente ed in maniera decorosa solo con la propria pensione. Passando al setaccio le condizioni economiche degli pensionati, scopriamo il disastro. È l’ISTAT a lanciare l’allarme: le pensioni sono inadeguate a mantenere un dignitoso tenore di vita, e il rischio di povertà, di deprivazione materiale, di disagio abitativo e di degrado sono sempre dietro l’angolo. Secondo i dati ufficiali del 2014 (oggi, probabilmente, la situazione è ulteriormente degenerata), Il 23% delle famiglie in cui il percettore principale ha un’età maggiore di 65 anni, giudica “difficile” la propria condizione economica, e il 10% vive nelle condizioni di povertà relativa. Oltre la metà reputa pensante “il carico di spese per la casa”, e quasi il 14% dichiara di non avere soldi per curarsi o per comprarsi i vestiti. Sono numeri davvero scandalosi ed inaccettabili per qualsiasi Paese civilizzato: gli anziani rappresentano coloro che hanno lavorato per tutta la vita ed hanno contribuito allo sviluppo del Paese come noi non conosciamo, e che ora si ritrovano, per colpa del nostro sistema pensionistico, nell’impossibilità di mantenere una decorosa esistenza. Spesso, sono costretti ad affrontare spese mediche straordinarie, a causa dell’inefficienza del nostro sistema sanitario, ed hanno maggiori necessità rispetto ad individui più giovani, ma meno soldi a disposizione. L’unico a spezzare una lancia e dare voce al problema è stato Silvio Berlusconi: nelle recenti dichiarazioni, ha esternato il malcontento del proprio partito verso le pensioni attuali, ed ha denunciato l’impossibilità di vivere con una pensione troppo bassa. “Oggi nessuno anziano può vivere con una pensione minima di 500 euro” ha esternato il Cavaliere “è doveroso e indispensabile aumentare almeno a un milione di euro i minimi pensionistici. Nessun anziano deve essere escluso da questa misura, comprese le nostre mamme che hanno lavorato tutti i giorni a casa e che devono poter avere vecchiaia dignitoso. Se gli italiani ci faranno governare saranno questi i primi provvedimenti del nostro governo: è un impegno che prendo con voi”. Ha inoltre reso noto che nel governo di centrodestra “ci sarà anche un ministero per la terza età”. Potrebbe essere un importante punto di svolta?

Il futuro della nazione deve essere deciso da una classe politica competente

Con le prossime elezioni 2018, sta per iniziare una nuova stagione politica, che si rivelerà determinante per il futuro del Paese. Sono davvero tanti i nodi da sciogliere: il futuro della nostra economia, ed il legame, a volte controverso, con l’Europa di Bruxelles; la disoccupazione, vera emergenza sociale che interessa, in modo particolare, il meridione; l’immigrazione, che spesso viene identificata solo come problematica strettamente italiana quando, in realtà, i confini marittimi sono quelli dell’UE; l’ordine e la sicurezza pubblica, messa spesso a repentaglio in ogni città d’Italia. La classe politica italiana si è rivelata, in questi ultimi anni, incapace di governare, incompetente e faziosa nel tentativo di risolvere problemi interni, ed inconcludente nelle attività di politica estera. Gli uomini di Governo e le maggioranze parlamentari, per molti anni, sono stati diversi da quelli scelti dagli elettori. Hanno fallito le facce nuove della sinistra, con tante promesse, e tante parole, che non hanno trovato riscontro nei fatti. I nuovi partiti politici, così attenti a contestare ed a mostrarsi, volutamente, lontani dalle logiche di Montecitorio, sono incapaci di proporre politici d’esperienza competenti ed autorevoli, in grado di portare avanti programmi credibili. Non è più tempo delle “facce nuove”, di persone totalmente scollegate dalla realtà, incapaci di proporre soluzioni concrete; è il momento, invece, di proporre programmi politici: una vera e propria lista di idee e soluzioni per poter “rimettere in moto il Paese” rendendo competitivo il mondo del lavoro, valorizzando le nostre imprese e le nostre città. Soluzioni per riportare sicurezza sulle nostre strade, controllando il fenomeno migratorio. L’idea è quella di scegliere Berlusconi Presidente, l’uomo di grande esperienza che con le sue capacità politiche ed imprenditoriali è riuscito, negli anni di Governo, a proporre tante innovative soluzioni (Pacchetto Sicurezza, abolizione ICI, sostegno al reddito, pensioni) portando a termine tante riforme (Università, scuole, processo Civile, Pubblica Amministrazione). Chi è venuto dopo, non è stato in grado di fare altrettanto. Un nuovo Governo Berlusconi rimetterebbe lo Stato al servizio dei cittadini, introducendo una nuova economia di mercato ed una valida concorrenza per le imprese. Meno tasse e più lavoro; è questa la ricetta per ripartire. È quello che ci chiede ora l’Italia, non c’è altro tempo da perdere.