Il Venezuela dimenticato dai media tradizionali
La situazione in Venezuela appare tutt’altro che chiara, tanto che, ad oggi, è difficile trovare sui Media tradizionali o in rete informazioni ben precise su cosa stia accadendo. Il presidente Maduro, negli ultimi mesi, è diventato un dittatore di fatto ed ha usato più volte la forza per reprimere le manifestazioni di libertà e democrazia promosse dall’opposizione.
Le immagini più significative degli eventi di cronaca locale arrivano soltanto dai social network, in quanto il regime controlla i media. Maduro continua a difendere la propria posizione con una linea estremamente autoritaria, instaurando una dittatura civico militare, nella quale la Guardia Nazionale usano armi da fuoco contro gli opponenti. Il Presidente Maduro, attraverso la Corte Suprema (controllata dal Governo) ha di fatto estromesso il Parlamento togliendogli i poteri, accusando i membri dello stesso di ribellione ed oltraggio alla Corte.
La situazione trova evidenti analogie con le dittature militari degli anni 70, quando i civili, processati dai tribunali militari, venivano accusati di terrorismo o tradimento alla patria. Ogni giorno, oltre cinquantamila venezuelani fuggono dal Paese, in possesso di una sola valigia, desiderosi di una nuova vita, o semplicemente per mancanza di generi di prima necessità.
Il regime instaurato è quello del terrore, che non può più mollare il potere e si difende con la forza: se perdessero il potere, Maduro e gli eredi di Chàvez dovrebbero dare conto di ciò che hanno commesso, dal blocco degli aiuti internazionali all’assenza prolungata di medicine per il proprio popolo. Il regime ha messo in ginocchio lo Stato più ricco del Sudamerica, condannando il popolo alla povertà. La crisi è economica, politica ed istituzionale.
È semplicemente assurda la cronica assenza di notizie da parte dei media: se da un lato i giornali e le tv del Venezuela sono censurate dal potere, dall’altra, anche a livello internazionale, le informazioni su Caracas scarseggiano e sono spesso relegate in secondo piano. La comunità internazionale non riesce ad essere sufficientemente informata sulla situazione: anche i reporter stranieri non sono liberi di muoversi nel Paese e vengono costantemente controllati. Inoltre, gli operatori vengono puntualmente derubati, sequestrati e, a volte, uccisi.
La democrazia è stata uccisa, e l’informazione non riesce a documentare la situazione tragica in cui vive il popolo venezuelano. C’è forse dietro un intrigo internazionale, legato alla produzione di petrolio? Il Venezuela è uno dei principali produttori di petrolio al mondo, ma la mancanza di riforme monetarie ha acceso, con il crollo del prezzo del petrolio nel 2016, una vera e propria miccia.
Il paese è al collasso, vedremo cosa accadrà alle prossime elezioni ad Ottobre 2017, alle quali l’opposizione ha dichiarato la propria partecipazione, forte della convinzione di avere la maggioranza del consenso nei 23 stati.